”TREBBIANO” DI CAPEZZANA IN VERTICALE


Diversi anni fa pensare di fare un vino con uvaggio 100% Trebbiano era considerata pura follia. Un uvaggio bianco, il Trebbiano che, nel pensiero di taluni, doveva contribuire solo a fare il vinsanto, anche se nella tradizione veniva utilizzato anche come assemblaggio nei vini rossi.

Il trebbiano, vitigno bianco un pò grossolano e rozzo come poteva essere piacevole?

Ricordo che l’idea di fare questo vino era partita da Beatrice Contini Bonacossi e che il primo Trebbiano in purezza uscì con l’annata 2000.

Quando uscì l’annata 2000 ricordo che ero al Vinitaly ed andai allo stand dell’azienda Capezzana e Beatrice, orgogliosa mi fece assaggiare il vino che a me non dispiacque assolutamente, anzi lo trovai particolare. In quegli anni io organizzavo dei seminari di degustazione ed ebbi a commentare il vino insieme a degli illustri enologi i quali ricordo che sorridevano divertiti all’idea che qualcuno avesse pensato di fare un vino Trebbiano in purezza. Io ho sempre incoraggiato Beatrice ad andare avanti nel suo progetto ed il tempo le ha reso onore al merito. Il vino fino all’annata 2011, compresa, è stato fatto dal precedente enologo, mentre dall’annata 2013 c’è la mano dell’attuale enologo, Franco Bernabei che ha interpretato in modo diverso e più attuale come dovrebbe essere un Trebbiano nei tempi attuali.

Le annate oggetto della degustazione sono state le seguenti : 2001, 2004, 2005, 2007 e 2011, fatte dal precedente enologo che definirei fase uno; le annate 2013, 2015, 2017, 2018 e 2020 sono state fatte dal Dott. Franco Bernabei che definirei fase due. I vini della fase uno, ad eccezione dell’annata 2007, e spiegherò il perchè, sono caratterizzati da colori giallo ambrato più o meno concentrato e da profumi piuttosto evoluti di banana matura, giuggiola matura e zabaione.

L’annata 2007 si è diversificata perchè l’azienda ha utilizzato il tappo a vite (stelvin) e non il sughero. Incredibile ma vero, non sono emersi profumi di frutta matura, ma profumi di nocciolina tostata, di bacca di ginepro e floreali.

E’ evidente che questo tappo non ha fatto evolvere il vino come invece lo ha fatto il sughero. La fase due invece ha fatto emergere anche altri profumi quali quelli speziati, minerali e di pera. Nel 2013 però ho sentito al naso anche un lieve zabaione come pure nel 2018, mentre nel 2017 ho sentito anche un pò di banana matura. Quello che diversifica ulteriormente le due fasi è l’aspetto gustativo e cioè l’equilibrio tra alcool e freschezza, equilibrio che ho trovato in tutte le annate della verticale relativamente alla seconda fase ad eccezione dell’annata 2015.

Un aspetto positivo in generale è che ho trovato in tutte le annate una discreta sapidità.

Una ulteriore differenza che ho trovato tra la prima fase e la seconda è che nella prima, in genere, i vini erano più sulla potenza che sulla finezza ed eleganza come lo sono invece quelli della fase due.

La verticale è stata molto interessante poiché ha permesso a tutti di avere un’idea sul vitigno e sulla sua evoluzione nel tempo. Tra i degustatori c’è chi ha preferito i vini della fase uno e chi invece quelli della fase due. Io personalmente ho apprezzato tutte e due le fasi anche se normalmente preferisco i vini gustativamente equilibrati rispetto a quelli che non lo sono. Sembra che attualmente ci siano alcune aziende in Toscana che stiano producendo il Trebbiano in purezza.

Le caratteristiche del vino che ho trovato in questa verticale sono la sapidità più o meno spiccata, ma sempre presente, e la nota, al gusto, della mandorla che ricorda nel finale il vinsanto. Potrei scrivere ancora molto ma mi fermo per lasciare spazio alla descrizione della giornata.

Alla degustazione erano presenti circa una ventina di giornalisti e Franco Bernabei, Beatrice, Benedetta Contini Bonacossi e l’enologo Andrea Beconcini.

Sono state analizzate tutte le annate oggetto della verticale ed ogni degustatore ha dato il proprio contributo personale. Per inciso l’annata della verticale che a me personalmente è piaciuta di più di ogni altra è stata la 2020 che al gusto ho sentito essere la più sapida di tutte e molto agrumata, con lunghissimo futuro avanti a sè.

Alla fine della degustazione è seguito un aperitivo ed un piacevole pranzo durante il quale sono stati abbinati ai piatti il “Villa di Capezzana” Carmignano, DOCG 2018 che al naso tra gli altri aveva la ciliegia, la violetta, ed una lieve nota verde, mentre al gusto aveva una buona struttura ed un tannino abbastanza vivo (89/100).

A seguire, un altro piatto abbinato al “Trefiano Carmignano”, DOCG, riserva 2017 (in anteprima): naso speziato, mentolato e fruttato di ciliegia, al gusto sicuramente superiore, con sapori di ciliegia, prugna e mirtillo (92/100).

Insieme alla costina di maiale ci è stato abbinato il vino “Ugo Contini Bonacossi”, IGT Toscana, 2016 che aveva una bellissima beva dal sapore di prugna (92/100). In contemporanea ci è stato servito anche il “Ghiaie della Furba” IGT, 2017  che ho trovato piacevolissimo con naso di ciliegia marasca nera e di tabacco trinciato toscano ed al gusto un finale interminabile ed intenso di violetta (93/100).

Con il gelato al vinsanto di Capezzana ci è stato servito il “Vinsanto di Carmignano” DOC riserva 2013, una poesia gustativa, che mi ha ricordato le annate 2000 per la sua pastosità e la 2001 per la sua scorrevolezza.

La 2013 ha un pò del 2000 ed un pò del 2001. Pastoso e rotondo al gusto ma in maniera meno evidente rispetto al 2000. Sapore di mandorla, miele e zabaione (98/100).

Bellissima giornata e bellissima esperienza considerando che questa è stata la prima verticale, mai fatta, del vino Trebbiano.

A mio avviso questa storica azienda per diversi anni non ha avuto la luce che si meritava ed adesso giustamente sta ricevendo importanti riconoscimenti non solo dai giornalisti ma anche dai consumatori.

TENUTA DI CAPEZZANA

CONTE CONTINI BONACOSSI

TREBBIANO, annata 2001

(100% Trebbiano)

Veste giallo ambrato.

Olfatto caratterizzato dal profumo di banana matura che ricorda anche l’interno della banana “Perugina”, seguito da note di pepe bianco, frutta tropicale di mango e papaya, giuggiola matura, dolci della parte esterna del confetto, per terminare con ricordi di carruba.

Al palato ha corpo medio plus ed è generosamente sapido. Equilibrio gustativo un pò altalenante tra alcool e freschezza.

Brucia lievemente la gengiva superiore.

Lunga è la sua persistenza gustativa con finale di pasta di mandorla.                     (89/100)

TENUTA DI CAPEZZANA

CONTE CONTINI BONACOSSI

TREBBIANO, annata 2004

Veste giallo ambrato più chiaro del 2001.

Al naso evoca profumi intensi di nocciolina tostata, minerale, cognac, seguiti da rimandi di castagna bollita con finocchio selvatico, pelle vegetale (è la pelle che tende al dolce del cuoio), pepe bianco, menta, lievi di eucalipto, caramella dura al lampone e stoppa imbevuta di vino.

Assaggio riccamente sapido e minerale.

Il corpo è medio ed il vino ha un equilibrio un pò altalenante tra alcool e freschezza. Si sente asciugare e bruciare un pò la gengiva superiore e la gola.

Lunga è la sua persistenza gustativa.

Questo 2004 mi sembra un pò meno equilibrato del 2001.                                        (88/100)

TENUTA DI CAPEZZANA

CONTE CONTINI BONACOSSI

TREBBIANO, annata 2005

Giallo ambrato intenso più di tutti gli altri vini della verticale.

Dal bicchiere si innalzano intensi profumi di zabaione e cognac seguiti dalla menta, miele, pepe bianco, banana matura burro fuso.

Al palato è intensamente sapido (più di tutti i vini della verticale), minerale e con corpo medio plus.

Vino dotato di bella freschezza che supera la  massa alcoolica.

Lunga è la sua persistenza gustativa con finale di mandorla, miele e cognac.

Nel finale si sente asciugare un pochino la gengiva superiore.          (90/100)

TENUTA DI CAPEZZANA

CONTE CONTINI BONACOSSI

TREBBIANO, annata 2007

Il colore è giallo ambrato chiaro.

Profumi intensi di nocciolina tostata e di bacca di ginepro. Il percorso olfattivo prosegue con toni di menta, eucalipto, pepe bianco e floreali.

All’assaggio rivela un corpo medio abbastanza delicato. Sapore di bacca di ginepro

Vino con discreto equilibrio gustativo tra alcool e freschezza anche se brucia un pochino la gengiva superiore. Lunga ma non lunghissima è la sua persistenza gustativa con finale di nocciolina tostata.

A questa bottiglia in questa annata è stato messo non il tappo di sughero ma quello a vite (stelvin), infatti il vino non si è evoluto come nelle altre annate della fase uno ed i profumi sono stati diversi.                                 (90/100)

TENUTA DI CAPEZZANA

CONTE CONTINI BONACOSSI

TREBBIANO, annata 2011

Giallo ambrato abbastanza intenso.

Dal bicchiere si innalzano profumi di zabaione, giuggiola matura, cachi, menta, eucalipto, confettura di arancia, banana matura, vaniglia, mela cotta in forno, lemongrassa, per terminare con sussurri di zucchero filato.

All’assaggio rivela un corpo medio sufficiente e si sente un pò di alcool che ricorda il cognac. Vino abbastanza equilibrato.

Abbastanza lunga, per il corpo, la sua persistenza gustativa che poi diventa lunga grazie alla sua freschezza.(89/100)

TENUTA DI CAPEZZANA

CONTE CONTINI BONACOSSI

TREBBIANO, annata 2013

Veste giallo paglierino intenso con riflessi oro, mix olfattivo fatto di profumi di pietra focaia, menta, eucalipto, pepe bianco, intensi di nocciolina tostata, zabaione, iodio e pera kaiser.

Al gusto è intensamente sapido e minerale.

Il corpo è medio ed il vino è equilibrato con la freschezza che domina la massa alcoolica.

Lunga è la sua persistenza gustativa con finale di limone, pompelmo giallo, sapone di Marsiglia e pepe bianco. (91/100)

TENUTA DI CAPEZZANA

CONTE CONTINI BONACOSSI

TREBBIANO, annata 2015

Manto giallo oro chiaro.

Naso inizialmente timido fatto di profumi di Alchermes, menta ed eucalipto. Prosegue il percorso olfattivo con note di pera kaiser, zucchero filato, lievi di smalto di vernice, per terminare con ricordi di panno caldo inamidato. All’assaggio si sente una certa maturità ed intensa sapidità e mineralità.

Il corpo è medio, piuttosto delicato ed il vino è abbastanza equilibrato tra alcool e freschezza anche se si sente asciugare e bruciare lievemente la gengiva superiore.

Lunga è la sua persistenza con finale di nocciolina tostata e limone.

(89/100)

TENUTA DI CAPEZZANA

CONTE CONTINI BONACOSSI

TREBBIANO, annata 2017

Colore giallo paglierino con riflessi oro.

Naso fatto di profumi di banana matura, stoppa intrisa di vino, menta, eucalipto, ruggine, camomilla, sapone di Marsiglia, per terminare con ricordi dolci di episperma (seconda pelle del marrone bollito).

In bocca rivela un corpo medio sufficiente ed è sapido con sapore di pera kaiser.

Vino equilibrato con la freschezza che domina la massa alcoolica.

Lunga è la sua persistenza gustativa.

Al naso si sente un pò di più la presenza di legno nuovo, presenza che non è invasiva. (90/100)

TENUTA DI CAPEZZANA

CONTE CONTINI BONACOSSI

TREBBIANO, annata 2018

Veste giallo paglierino con riflessi oro.

L’incontro olfattivo evidenzia profumi di sapone di Marsiglia, menta, eucalipto, pepe bianco, lievi di zabione, stoppa intrisa di vino, fiori bianchi, camomilla, pera kaiser, per terminare con sensazioni di burro fuso.

La cavità orale si appaga delle sensazioni di sapidità e di mineralità e di un sapore che ricorda il cognac.

Il corpo è medio ed il vino è fine ed elegante. Vino ben equilibrato con la freschezza che non fa minimamente sentire la massa alcoolica. Lunga è la sua persistenza con finale di mandorla, limone, miele e mallo di noce.

(91/100)

TENUTA DI CAPEZZANA

CONTE CONTINI BONACOSSI

TREBBIANO, annata 2020

Dal bicchiere traspare un bellissimo giallo paglierino ( è il più chiaro di tutta la verticale).

Naso  vario con numerosi profumi dai quali emergono il cuoio biondo, pietra focaia, intensi di pepe bianco, menta, eucalipto, acqua di rose, amido di cotone, biancospino, colla coccoina (latte di cocco e mandorla). Il lungo percorso olfattivo prosegue con note di pera kaiser, zucchero filato, lievi di sedano fresco e di duro di menta (bastoncino di zucchero e menta).

Al palato si rimane colpiti dalla sua copiosa sapidità accompagnata alla mineralità. Il corpo è medio ed il vino esprime finezza ed eleganza.

La freschezza domina, senza indugi,  la  massa alcoolica, rendendo il vino perfettamente equilibrato. Lunga è la sua persistenza gustativa con finale agrumato di scorza di cedro e limone. Vino giovane, per me il migliore mai fatto. (93/100)

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