BARCA E CHAMPAGNE

Per fortuna il mio hobby-lavoro riguardante il vino, non ha sosta.

Alla fine di luglio sono andato, per una settimana, con una barca a vela di 14 metri, presa a noleggio, con la mia famiglia  e mio nipote Duccio di sette anni, all’isola d’Elba ed all’isola di Capraia. La partenza è stata da Marina di Grosseto la sera, dopo cena poichè le condizioni metereologiche non permettevano di partire prima. Ci ha accompagnati, in questa splendida settimana l’amico skipper Stefano Gori che quando ha visto due automobili cariche di borse e  di cambusa si è messo a sorridere. In particolare quando ha visto scaricare champagne e vino rosso, in abbondanza, bicchieri da degustazione e secchiello per lo champagne.

E’ stata una settimana unica per il mare piatto, per l’assenza di vento e per il sole.

La barca a vela, ad eccezione del viaggio di andata all’Elba, ha viaggiato sempre a motore. L’amico Stefano ci ha portati a Marina di Campo, Marciana Marina ed a Porto Azzurro, fermandosi, per farci fare il bagno, dove volevamo, in baiette più o meno frequentate ma sempre con acqua azzurra e fresca. Io mi sono divertito a cucinare piatti semplici ma piacevoli sia a pranzo, che a cena, bagnati sempre dallo champagne J. De Telmont Blanc de Blancs 2008 (95/100) dal Chianti classico Podere la Cappella 2015 (93/100). Un piatto che non è mai mancato è stato il pane strusciato con pomodoro maturo con pezzi di pomodoro e capperi, sale e pepe ed annaffiatura del fantastico olio siciliano Mandranova.

Questo semplice piatto abbinato ad uno champagne, servito freddo, in mezzo al mare, con una musica rilassante è il massimo del piacere. Il caro Stefano, non tanto appassionato di vino, dopo questa settimana ha cambiato idea ed è diventato un fedele champagnista.

Durante la nostra zingarata ci siamo fermati a Marina di Campo poiché Stefano doveva ritirare del vino, commissionato da sua moglie all’azienda “Cecilia”, azienda fondata nel 1900 dall’Ingegnere Giuseppe Camerini, un artista milanese che, dopo avere frequentato l’isola d’Elba per cinquant’anni, ha deciso di dedicarsi alla viticultura, iniziando dal Podere la Casina. Sono subentrati nella conduzione dell’azienda i nipoti dell’ingegnere.

Durante la telefonata di Stefano con uno dei nipoti dell’ingegnere, esattamente con Renato Signorini, questi gli faceva presente che io ero in barca con lui e che avrebbe avuto piacere che io assaggiassi i suoi vini, in qualità di critico del vino. Renato non conosceva il mio nome ed in virtù delle sue negative passate esperienze con il mondo giornalistico, del vino, inizialmente non ha mostrato interesse ad omaggiare Stefano di alcune bottiglie di vino da poter farmi degustare. Non è mia abitudine chiedere omaggi, in quanto sono abituato a comprare il vino ed ho quindi invitato Stefano a non insistere nella sua richiesta. All’appuntamento con Renato Signorini ho accompagnato Stefano ed ho quindi conosciuto quest’ultimo, con il quale ho parlato della sua azienda ed alla mia domanda di chi fosse il suo enologo mi sentivo rispondere, Barbara Tamburini e Vittorio Fiore, professionisti che ben conosco e stimo. D’istinto prendo il mio telefono e chiamo Barbara alla quale avevo raccontato dove mi trovavo e con chi ero in compagnia. Barbara mi raccontava che segue l’azienda  insieme a Vittorio Fiore da diversi anni e che i terreni erano aumentati con l’acquisizione dei Poderi “Imarta” e , ” I Marmi”, raggiungendo una superficie vasta circa 11 ettari.

I vigneti si trovano tra Procchio e Marina di Campo. I vini prodotti sono nove e per taluni viene utilizzato solo l’acciaio, mentre per altri il legno (barriques di 225 litri). I vitigni bianchi sono l’ansonica, vermentino, moscato bianco, chardonnay, mentre i vitigni rossi sono il sangiovese syrah e aleatico. Apprese queste ulteriori notizie ho ringraziato e salutato Barbara, riservandomi di comunicarle le mie impressioni sui vini degustati. Riprendevo a parlare con il Signor Signorini, che vista la mia confidenza con Barbara mi vedeva con occhi diversi, quindi non il solito giornalista ma una persona appassionata di vino che non fa questo lavoro per interesse economico. Il Signor Signorini mi consegnava tre bottiglie di vino. L’Elba Ansonica 2019, l’Elba rosso 2019 e l’elba Aleatico passito 2019 per poter degustare.

Salutavamo il Signor Signorini e lo assicuravo che avrei degustato i vini la mattina del giorno dopo e che lo avrei contattato per dirgli le mie impressioni sugli stessi.

Siamo ritornati in barca soddisfatti di questo incontro e per lo scambio di parole. Mi accingevo quindi a pensare al pranzo che avrei preparato. La mattina del giorno dopo ho degustato i tre vini insieme all’amico Stefano che seguiva attentamente quanto gli dicevo.

Si tratta di vini semplici con fascia di prezzo bassa. L’utilizzo dell’acciaio e non del legno permette di sentire le note naturali dei vitigni, sia al naso che al gusto.

Passiamo ora all’analisi dei vini.

AZIENDA AGRICOLA CECILIA

ELBA ANSONICA DOC, annata 2019,

gr. 13%, bottiglie prodotte 20.000

(Uvaggio: 85% Ansonica e 15% altri vitigni)

Loc. la Pila, Campo nell’Elba

Giallo paglierino chiaro con  lievi riflessi grigi. Al naso ha profumi di erbe aromatiche, che mi hanno ricordato l’amaro Don Bairo,  duro di menta, intensi di pera coscia, smalto di vernice, mentina e generosi di grafite. Al palato il corpo medio, scarsino. Il vino entra in bocca e va via veloce. Buona sapidità e mineralità, con sapore di limone. Buona acidità ma si sente un pò l’alcool in contemporanea. Abbastanza equilibrato, abbastanza persistente. Vino semplice ma piacevole. Gli manca un pò di struttura e di equilibrio gustativo.

         (85/100)

ELBA ROSSO DOC, annata 2019, gr 13%, bottiglie 12.000

(Uvaggio: 80% sangiovese, 20% syrah, fa solo acciaio

Bel rosso porpora con tonalità rubino.

Naso fatto di profumi che ricordano la polvere da sparo, pepe nero, prugna, lievi di menta ed eucalipto, ciliegia marasca scura, noce moscata, ruggine, per finire con sentori di grafite.

Bella succosità di prugna e ciliegia marasca che riempie la cavità orale. Corpo medio. E’ sapido e minerale. I tannini sono poco larghi 4/6++ (sulla gengiva superiore), dolci, inizialmente vellutati per poi nel finale asciugare lievemente la gengiva superiore. Vino equilibrato con la massa alcoolica dominata dalla freschezza. Lunga è la sua persistenza gustativa anche se inizialmente si allarga in bocca, vino piacevole.

   (89/100)

ELBA ALEATICO PASSITO DOCG, annata 2019

(Uvaggio : 100% aleatico) solo acciaio, 15% vol., bottiglie 2500, 0,375

Rosso rubino abbastanza intenso . Profumi di fico secco, uva sultanina, cuoio fresco, ( ricorda i capperi e l’acciuga), prugna secca, lemongrassa, fieno (lieve), per terminare con soffi di grafite.

Al palato ha buona dolcezza, corpo medio e sapori di prugna secca, dattero secco, fico secco. Il corpo è medio. il vino ha un buon equilibrio gustativo tra alcool e freschezza. Lunga è la sua persistenza con finale dolce. 

                                                          (90–/100)

Dopo questa interessante degustazione ho telefonato a Renato Signorini chiedendogli tra le varie cose se il terreno dove aveva le vigne avesse avuto dell’argilla perché nei vini sentivo della mineralità che culminava, talvolta, nella grafite e perfino nella ruggine. Renato annuiva e mi chiedeva se era possibile fargli avere le mie note di degustazione, ovviamente gli risposi di si e mi complimentavo con lui perché nei vini si sentiva l’espressione del territorio. Terminata la degustazione continuavamo il nostro viaggio immersi nel sole su un mare cristallino. E’ stato bello fermarsi in mezzo al mare soli, senza imbarcazioni  neppure in lontananza, spegnere il motore, tuffarsi nel blu con una profondità dell’acqua di 110 metri, per poi uscire e godersi un bicchiere di champagne che appannava il bicchiere per la fredda temperatura di servizio. Champagne accompagnato a delle piacevoli olive verdi ripiene di peperoni grigliati. Il nostro viaggio è continuato all’insegna del piacere di stare insieme godendo di quello che avevamo. Mio nipote Duccio era felice di fare bagni continuamente e di odorare, non di bere, i bicchieri di vino che noi bevevamo.

Bellissimo è stato anche il giro della Capraia durante il quale abbiamo fatto il bagno anche nella splendida Cala Rossa.

Devo confessare che andare in barca con la famiglia per una settimana è stata un’idea magnifica anche perché l’amico Stefano ci ha sempre letteralmente coccolati e noi abbiamo fatto altrettanto con il semplice cibo preparato e con lo champagne.

Questa esperienza ci ha arricchiti tutti, sotto il profilo umano e della conoscenza.

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