Nel mese di settembre ho voluto fare, insieme all’amico Sergio Antonini, una mini verticale dei tre top vini di Bolgheri dell’annata 2017, presso la mia cantina in Firenze. Si è trattato del Sassicaia di Tenuta San Guido, del Guado al Tasso e dell’Ornellaia. Ho voluto fare una degustazione bendata. Ho acquistato i vini e Sergio Antonini ha provveduto all’apertura ed al servizio degli stessi, in modo bendato, poichè non volevo avere condizionamenti di etichetta. E’ giusto ricordare che l’annata 2017 non è stata un’annata facile. E’ stato necessario, in generale, per le aziende, fare una selezione delle uve in vigna ed un’ulteriore selezione in cantina diminuendo notevolmente la quantità del vino da porre in commercio. E’ evidente che chi ha saputo lavorare ha fatto vini importanti. L’annata 2017 a Bolgheri è stata assimilata alle annate 2003 e 2012.
La primavera e l’estate sono state caratterizzate da temperature spesso al di sopra della normalità. L’autunno e l’inizio dell’inverno sono stati caratterizzati da temperature rigide, venti di tramontana e media piovosità. Questo clima ha fermato negativamente le viti ed ha facilitato l’eliminazione dei parassiti delle viti ed ha fatto si che le riserve idriche si siano mantenute. La primavera ha dato temperature al di sopra della media, condizionando la fioritura, in particolare l’allegazione, creando grappoli con minor presenza numerica di acini.
L’adeguata disponibilità idrica del sottosuolo, l’assenza di parassitologie nocive e l’intensità di brezze marine, presenti da fine giugno a tutto luglio, hanno fatto si che si è potuto ottenere una vendemmia con risultati insperati.
Altro fattore importante è stata l’escursione termica tra il giorno e la notte che ha favorito lo sviluppo degli aromi sia primari che secondari, nonché l’innalzamento dell’acidità, indispensabile per dare freschezza ed eleganza ai mosti che ne sono scaturiti.
In generale il Cabernet Franc ha dimostrato un anticipo di maturazione rispetto agli anni passati nonché una riduzione in termini di produzione. Al contrario il Cabernet Sauvignon, sempre in generale, è stato vendemmiato regolarmente, le uve erano sane anche se con minore carico di grappoli ed acini. Per ottenere la migliore qualità sono stati scartati i vini poco equilibrati e con tannini asciutti. Sono stati utilizzati solo i vini migliori e il risultato raggiunto lo conferma.
Il primo vino all’inizio della degustazione mi sembrava che fosse il Sassicaia ma poi sono emerse note boisé anche se abbastanza contenute, normalmente non presenti nel Sassicaia, pertanto ho pensato che fosse, come è risultato essere stato, il Guado al Tasso. Il secondo vino ben fruttato ma più boisé del primo ho pensato che fosse, com’era, l’Ornellaia.
Il terzo vino con il suo tipico profumo di lavanda e di acqua di mare poteva essere solo il Sassicaia. Veniamo ora a trascrivere le mie note di degustazione e le mie valutazioni.
Per quanto riguarda la larghezza del tannino, è importante che faccia le precisazioni che seguono, affinché possa essere compresa. Io sento il tannino del vino sulla gengiva superiore. La totale larghezza del tannino è 6/6, cioè tutta la larghezza della gengiva superiore. Ovviamente, se il tannino è meno largo, potrà essere per esempio 5/6 e così via. La larghezza del tannino è importante quando la qualità dello stesso è di buono o alto livello. Più il tannino è largo, più il vino è degno d’attenzione, ma il tannino, come ho precisato, dev’essere, in ogni caso, di buona qualità.
GUADO AL TASSO BOLGHERI rosso superiore, annata 2017
(Uvaggio:55% Cabernet Sauvignon, 25% Merlot, 18% Cabernet Franc e 2% Petit Verdot)
Colore rosso rubino intenso con trame porpora.
All’esame olfattivo si percepisce una nota boisé a cui succedono intensi profumi fruttati di prugna e mirtillo. Seguono note di noce moscata, menta, bacca di ginepro, lievi di pepe nero, lavanda che ricorda la saponetta Atkinson, tabacco biondo della Virginia, mora, per terminare con ritocchi di cioccolata e menta che ricordano il cioccolatino “After eight “.
Al palato si sente una piacevole frutta a bacca nera, in parte matura ed in parte no. Il corpo è medio e la freschezza domina la massa alcoolica, grazie anche ai tannini che sono setosi, fini, eleganti ed abbastanza larghi (5/6+).
Lunga è la sua persistenza gustativa con finale fruttato, con accenni boisé.
Nel finale si sente asciugare, lievemente, la gengiva superiore.
(96/100)
ORNELLAIA BOLGHERI SUPERIORE DOC, annata 2017
(Uvaggio: 56%, Cabernet Sauvignon, 25% Merlot, 10% Petit Verdot e 9% Cabernet Franc)
Rosso porpora intenso
Esordio olfattivo un pò chiuso e non molto espressivo. Con il passare dei minuti si apre a profumi di prugna, pepe nero, noce moscata, cuoio, menta, eucalipto, cioccolatino “after eight”, guscio duro della mandorla. Prosegue il percorso olfattivo con sentori di mora, cassis, mirtillo e boisé.
Al palato rivela una piacevole sensazione fruttata di prugna strizzata per poi virare su note boisé. Il corpo è medio ed il vino è ben equilibrato tra alcool e freschezza, mentre i tannini sono abbastanza larghi (5/6++) inizialmente setosi per poi asciugare un pò la gengiva superiore. Lunga è la sua persistenza con finale un pò amarognolo per il boisé. Dovremo vedere l’evoluzione del vino nel tempo.
(93/100)
TENUTA DI SAN GUIDO BOLGHERI SASSICAIA DOC SASSICAIA, annata 2017
(Uvaggio : 82% Cabernet Sauvignon e 18% Cabernet Franc)
Manto rosso porpora intenso – nero.
Scrigno olfattivo intenso e vario con profumi di smalto di vernice ( per me è il profumo che rivela una lunga capacità di invecchiamento del vino), mirtillo, prugna e cassis, seguono note di menta, eucalipto, pelle in fine lavorazione di conceria, sella di cuoio, pepe nero, intense di noce moscata, sapone alla lavanda (Atkinson), liquirizia, gambo di ciclamino spezzato, uva cotta (schiacciata con l’uva), castagna bollita con finocchio selvatico, per terminare con il suo tipico profumo di acqua di mare (melone bianco e parte interna della buccia d’anguria).
All’assaggio il corpo é medio ed ha sapori fruttati di prugna strizzata e mora, lievemente, acerba. La generosa freschezza ed i tannini sovrastano, senza ripensamenti, la massa alcoolica. I tannini sono larghi (6/6 -), dolci, inizialmente spessi e vellutati.
Nel finale si asciuga, lievemente, la gengiva superiore. Lunga è la sua persistenza aromatica intesa con finale di frutta: prugna e mirtillo.
(97/100)
Devo confessare che è stata una bella esperienza in un’annata difficile come la 2017 ho visto primeggiare il Sassicaia davanti ed uno splendido Guado al Tasso ed a seguire l’Ornellaia che secondo me dovrà perdere, come perderà nel tempo, l’attuale eccessiva, presenza del legno.
Si tratterà, ovviamente, di risentire, nel tempo, questi vini per verificare la loro evoluzione.