GIULIO FERRARI ROSE’

Il debutto del Giulio Ferrari Riserva del Fondatore Rosè con l’annata 2006.

A fine settembre nella splendida Villa Margon si è tenuta la cena di presentazione dell’ultimo nato nella famiglia Lunelli, proprietaria dell’Azienda Ferrari spumanti.

La villa si trova in prossimità di Trento, alle pendici del Monte Bondone. E’ una Villa rinascimentale risalente quindi alla metà del 1500, con annesso un palazzo ottocentesco ed una Cappella neogotica, costruita su di una più antica.

Invitati all’evento sono stati giornalisti sia nazionali che internazionali e ristoratori di alta gamma. La cena è stata curata da uno Chef stellato Alfio Ghezzi. Con il Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 2007 sono state servite due portate: “Porcino cotto in foglia di vite, crudo in insalata ed estratto da bere”, con a seguire il “Raviolo di gallina burro e zafferano”. Il Giulio rosè 2006 invece è stato abbinato al “Capriolo rosalpina e pastinaca” ed a seguire la “crema alla rosa damascena”. Cena fantastica che mi ha visto impegnato nella degustazione dei due spumanti, come leggerete in appresso. Alla cena è seguito un canto collettivo dei viveur della serata, con canzoni accompagnate da un bravissimo pianista.

Il giorno seguente è stato possibile vedere il vigneto Alto Margon e visitare l’allevamento di api con arnie razionali, dove l’apicoltore ricovera le api, necessarie per mantenere l’ecosistema.

Terminato questo giro siamo stati a pranzo presso la Locanda Margon e successivamente abbiamo visitato la Cantina Ferrari.

L’organizzazione di questi due giorni è stata curata, perfettamente in ogni suo particolare, dalla brava e bella Michelle Bozzi, Sponsorship & events Manager della Azienda Ferrari F.lli Lunelli S.p.A.

Ma veniamo all’oggetto di questo evento: la presentazione del primo Giulio Ferrari Riserva del Fondatore, in versione rosè. L’annata è stata la 2006.

Devo confessare che non sono un fanatico dei rosè ma lo sono dei vini buoni, di alto livello. Questo rosè come leggerete in appresso mi ha stupito e colpito per la sua complessità olfattiva e per la sua piacevolezza gustativa. Questo rosè, per me, è il miglior rosè italiano, di quelli da me degustati,e sicuramente da del filo da torcere a tanti Champagne rosè. Sono sicuro che in una degustazione bendata il Giulio rosè servito insieme a blasonati champagne rosè, verrebbe scambiato per un grande Champagne. Purtroppo al momento le bottiglie di Giulio rosè prodotte sono solamente 5000, per la clientela mondiale. Bere questo rosè è un’esperienza unica.

L’uvaggio del Giulio Rosè è per l’80% pinot nero e per il 20% Chardonnay. Le uve provengono dai vigneti di famiglia ubicati in alta quota. La sosta sui lievi dura ben 11 anni.

Passiamo adesso alle note di degustazione del Giulio 2007 e del Giulio rosè 2006.

 

GIULIO FERRARI RISERVA DEL FONDATORE, ANNATA 2007

(Uvaggio 100% Chardonnay)

Giallo oro chiaro con bollicine finissime e moderatamente numerose.

All’esame olfattivo emergono dal bicchiere profumi di pietra focaia, esterno del confetto, intensi di ananas, colla coccoina (latte di cocco e mandorla) e mela renetta acerba.

Seguono note intense di cuoio biondo e di elicriso (liquirizia) seguite da caucciù, anice stellato e per finire sussurri di gelsomino un pò appassito.

All’assaggio rivela una bollicina fine, un corpo medio sufficiente, sapori di mela golden smith, limone e cedro.

Vino sapido e minerale con un bell’equilibrio gustativo grazie alla generosa freschezza.

Il corpo viene sostenuto dalla freschezza che lo rende più persistente.

                                                                                                                                                  93/100

GIULIO FERRARI RISERVA DEL FONDATORE ROSE’, ANNATA 2006

(Uvaggio 80%, Pinot nero e 20% Chardonnay)

Veste color rosa antico chiaro ed ha bollicine finissime ed abbastanza numerose.

Naso come un fuoco d’artificio che nell’esplodere manda nel cielo una miriade di luci che nel bicchiere sono espressioni olfattive di tabacco biondo della Virginia, acqua di mare (quella pulita che è un mix di melone bianco e polpa vicina alla buccia interna dell’anguria), resina di pino, erbe di montagna, radice di rabarbaro, confettura di arancia amara, caramella dura di orzo, elicriso (pianta dal profumo di liquirizia), cipresso e lampone macerato. Seguono altre sensazioni olfattive di fragolina di bosco, crema di zabaione, rosa canina, tamarindo, silex (pietra focaia), sella di cuoio, pepe bianco, colla coccoina (latte di cocco e mandorla), per terminare con sentori del guscio duro della mandorla.

Esame olfattivo interminabile ed entusiasmante.

All’assaggio le bollicine sono fini e carezzevoli ed il sapore ricorda il bitter ed il lampone macerato.

Vino riccamente sapido, minerale con corpo medio e ben equilibrato.

Sapidità e freschezza dominano, senza alcun ripensamento, la massa alcoolica.

I tannini sono larghi, delicati e setosi. Lunga è la sua persistenza aromatica intensa con finale di pompelmo rosa.

                                                                                                                                             98/100

Vi suggerisco di andare alla non facile ricerca di questo eccezionale spumante, per la curiosità di berlo e valutarlo e di godere della sua piacevolezza olfattiva e gustativa.

Buona caccia!

 

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