Da Davittorio con i Les Enfants du Champagne
E’ sempre una grande gioia trascorrere una serata tra bollicine di alto livello e la cucina tri -stellata del ristorante da Davittorio a Brusaporto.
Che dire poi della cantina del ristorante che è cresciuta a dismisura anche con vini di difficile reperibilità ?
A metà ottobre i Les Enfants du Champagne si sino ritrovati per fare una verticale – orizzontale degli champagnes della Maison Jacquesson. Presenti alla serata c’erano Jean Hervè Jacquesson Chiquet, proprietario della Maison e Pietro Pellegrini, importatore esclusivo per l’Italia degli champagnes della Maison. Del gruppo mancava Maurizio Tarquini, assente per motivi di lavoro, mentre erano presenti:
Stefano Azzolari, Leo Damiani, Roberto Schneuwly, Valerio Mearini, Orazio Vagnozzi, Marco Maffei e Paolo Baracchino.
Stefano Azzolari ha organizzato la serata in modo perfetto.
Qualcuno di noi è rimasto a dormire in loco perché il ristorante ha anche un piccolo albergo, dotato di suites, facente parte della prestigiosa associazione “Relais e Chateaux”. E’ piacevole rimanerci a dormire sia perché le camere sono stupende e confortevoli ma anche perché la mattina Ti viene servita una principesca prima colazione.
I tavoli per la prima colazione sono cinque ed il personale di servizio conta uno chef e due cameriere che esaudiscono ogni Tuo desiderio culinario.
Tornando alla serata Stefano Azzolari aveva deciso il menù insieme allo Chef Chicco Cerea, pensando agli champagnes che ci sarebbero stati serviti.
La Maison Jacquesson si trova nella regione della Champagne a Dizy. La proprietà attuale della Maison è di Jean – Hervé Chiquet che si occupa della vigna e dal fratello Laurent che si occupa della cantina.
Le vigne vitate sono circa 36 ettari di cui 26 di proprietà e 10 in affitto.
I terreni della Maison tutti Premiers Crus e Grands Crus sono ubicati nella Vallée de la Marne e nella Cotê des Blancs.
La produzione annua è di circa 350 000 bottiglie. I fratelli Chiquet utilizzano solo il mosto estratto dalla pressatura soffice mentre conferiscono ad altri produttori la seconda pigiatura. Per la prima fermentazione e per la fermentazione malolattica vengono utilizzate grandi botti di rovere da 40-45 ettolitri. Non vengono effettuate filtrazioni poiché i vini, grazie, alla microssigenazione del legno, si stabilizzano naturalmente. Si tratta di Champagnes nei quali, normalmente, si sente la presenza del legno nuovo.
Ritornando alla serata venivamo accolti in cantina dove ci veniva servito lo champagne Curvèe 738, in formato magnum, abbinato a piccoli assaggi di Mini MC alla Vittorio, Mini Hot dog, mini tost alla senape ed altre leccornie.
Terminato questo piacevole aperitivo in compagnia di Francesco Cerea, fratello di Chicco, venivamo accompagnati in un salotto del ristorante dedicato a noi per la serata.
Gli champagnes da degustare e da bere sarebbero stati dodici e pertanto alla tavola c’erano i necessari bicchieri per ciascun commensale.
Mi preme far presente che ogni bottiglia è diversa dall’altra e che i bicchieri possono evidenziare le bollicine come pure le possono smorzare, dipende dalla tipologia più o meno giusta degli stessi.
Inutile dire che ero emozionato perché questo mi succede quando devo degustare i vini e devo concentrarmi per poter esprimere le mie sensazioni.
Le otto portate sono iniziate con “Il dado è tratto, Marshmallow alle erbe” servito con tre tipologie di champagne, annata 2008.
A seguire: “crostino di Altamura, acciuga Cantabrica, salsa tonnata e nocciola, Castagna di foie gras”, accompagnata a tre champagnes di annata 2005.
Il “carpaccio di ricciola con crema di carote pompelmo” è stato bagnato da un raro 2003:
A seguire il “Roastbeef di tonno, coda di scampo glassata alla barbabietola con crema di ricotta in salvietta” pensato per l’abbinamento con l’annata 2000.
La piacevole serata è continuata con il “risotto con straccetti di granchio reale mantecato al pepe rosa “abbinato al Les Clos annata 1998 e dégorgement giugno 2018
In successione i “Ravioli del plin, sugo di arrosto, nuvola di parmigiano, tartufo” servito con il 1996: Millesime D.T., degorgement giugno 2018.
Imperterriti ed allibiti dal piacere ci ‘ stata servita: la ” Pancia di maiale, sedano e mela verde” abbinato allo champagne Avize annata 1989, dégorgement giugno 2003.
Alla fine di questa kermesse di piacere sia visiva che gustativa ci è stata addolcita la bocca con il “Pre dessert passerella di dolci” ben coniugato con un millesimo 1988, dégorgement luglio 1998.
Inutile dire che sia il cibo che le bollicine erano ad alti livelli, in particolare il perfetto abbinamento cibo-vino.
Alla fine della serata eravamo tutti estasiati anche dalla cucina di Chicco Cerea ed a detta di tutti non avevamo mai mangiato cosi bene da loro. E’ stata sicuramente una delle più belle serate del nostro gruppo.
Prima di passare alla note di degustazione degli champagnes della serata mi preme fare presente che i punteggi assegnati sono la somma di quelli dati da ciascun membro de Les Enfants du Champagne.
Le note sono state scritte da me e pertanto potrebbe accadere che ci siano delle apparenti contraddizioni tra le note ed il punteggio dato e ciò è dovuto al fatto che le note sono riferite solo a me, mentre i punteggi sono del gruppo.
JACQUESSON CURVEE 738, S.A. in formato Magnum
l’annata utilizzata è la 2010. Dégorgement 2015.
(Uvaggio: 61% Chardonnay, 21% Pinot Meunier e 18% Pinot Noir)
Giallo oro, chiaro, lucente
Le bollicine sono abbastanza fini ed abbastanza numerose.
Mix olfattivo fatto di profumi di resina di pino, boisé, iodio, cuoio biondo, per finire con soffi di crema zabaione.
All’assaggio le bollicine sono fini ed abbastanza presenti. Labbra sapide e sapore di limone. Il corpo è sufficiente ed il vino è ben equilibrato, con ricca acidità che domina la massa alcoolica. Lunga è la sua persistenza gustativa, grazie alla freschezza che lascia spazio al sapore. Finale di limone e di boisé. Rimane in bocca un pò di amaro del legno.
(92/100)
JACQUESSON, Dizy Corne Bautray, annata 2008
(Uvaggio: 100% Chardonnay)
Colore giallo oro. Le bollicine sono abbastanza fini ed abbastanza numerose.
Al naso rilascia profumi di mela renetta, amido del panno caldo, iodio e liquirizia.
Al gusto il corpo è medio, sufficiente e si percepisce subito la presenza del legno nuovo. Ricca acidità che non fa percepire, minimamente, la massa alcoolica. Le labbra sono sapide. Lunga è la sua persistenza gustativa con finale agrumato un pochino aspro.
A causa dei tannini del legno la gengiva superiore si asciuga lievemente.
(93/100)
JACQUESSON, Avize, Champ Cain, annata 2008
(Uvaggio: 100% Chardonnay)
Manto giallo oro lucente. Le bollicine sono abbastanza fini ed abbastanza numerose.
Al naso esprime profumi di mela renetta maturina, iodio, cuoio biondo, capperi, acciuga, pan brioche, per terminare con sentori di colla coccoina (latte di cocco e mandorla).
Al gusto è fine ed elegante. Il corpo è medio ed il vino è ben equilibrato, con spalla acida che domina la massa alcoolica.
Lunga è la sua persistenza gustativa.
(94/100)
JACQUESSON, AY, VAUZELLE TERME, annata 2008
(Uvaggio: 100% Pinot Noir)
Veste giallo oro lucente. Le bollicine sono abbastanza fini ed abbastanza numerose. Naso con profumi di erba tagliata, boisé, iodio e lievi rimandi di crema zabaione.
Al gusto ha una buona struttura, sapore di limone e di boisé.
Il vino è ben equilibrato con spalla acida che domina, senza ripensamenti, la massa alcoolica. Il corpo è medio. Lunga è la sua persistenza gustativa.
Il tannino del legno asciuga lievemente la gengiva superiore.
(95/100)
JACQUESSON, DIZY, CORNE BAUTRAY, annata 2005
(Uvaggio: 100% Chardonnay)
Colore giallo oro lucente. Le bollicine sono abbastanza fini ed abbastanza numerose.
Inebrianti profumi fumé (tizzone del legno), acqua di mare (melone bianco) e resina di pino.
All’assaggio si sente una bollicina un pò evidente. Vino con corpo medio sufficiente, sapido, minerale e ben equilibrato con la freschezza in evidenza sulla massa alcoolica.
Lunga è la sua persistenza gustativa grazie alla freschezza che lo sorregge.
Per me è migliore al naso che al gusto.
(94/100)
JACQUESSON AVIZE CHAMP CAIN, annata 2005
(Uvaggio: 100% Chardonnay)
Giallo oro, lucente, con poche bollicine abbastanza fini.
Corredo olfattivo formato da buccia di melone, note di frutta matura, lievi di crema zabaione e mela renetta.
Il corpo è medio sufficiente. Il vino è equilibrato grazie alla generosa freschezza. Lunga ma non lunghissima è la sua freschezza. La struttura va un pò via ma è la freschezza che gli permette di avere più lunga persistenza.
(94/100)
JACQUESSON, AY VAUZELLE TERME, annata 2005
(Uvaggio : 100% Pinot Noir)
Veste giallo oro lucente con bollicine fini e poco numerose.
Immediatamente al naso si percepisce la presenza del boisé seguita da sentori minerali e di iodio.
Al gusto si sente la presenza dei tannini del legno che asciugano un pò la gengiva superiore. Le labbra sono salate. Vino equilibrato con freschezza in evidenza sulla massa alcoolica. Il corpo è medio.
Lunga è la sua persistenza gustativa, con finale di limone e boisé.
(92/100)
JACQUESSON DIZY CORNE BAUTRAY, annata 2003
dégorgement 11/2003 (Uvaggio: 100% Chardonnay)
Bel giallo oro intenso con tonalità ambra.
Le bollicine sono fini e poco numerose.
Naso vario fatto di profumi di boisé, erba tagliata, fiori gialli maturi, iodio, minerale, polvere idrolitina (è quella che rende gassata l’acqua che non lo è), lievi di miele, per terminare con rimandi di banana secca.
In bocca il corpo è medio e le labbra sono sapide. Vino equilibrato con freschezza in rilievo. Lunga è la sua persistenza gustativa grazie alla freschezza che si sostituisce al corpo che si spoglia.
(92/100)
JACQUESSON DIZY CORNE BAUTRAY, annata 2000
dégorgement 06/2018 (Uvaggio: 100% Chardonnay)
Giallo oro maturo con bollicine quasi fini e numerose.
Al naso il primo profumo da me percepito è stato quello dell’acido fenico (ricorda un pò lo zafferano). Si succedono profumi di pesca bianca, iodio, minerale, pepe bianco, boisé, per terminare con una intensa bacca di ginepro (è uguale all’odore della ceretta da scarpa solida).
All’assaggio la bollicina è fine ed il corpo è medio, al limite della sufficienza.
Vino equilibrato con spalla acida che domina la massa alcoolica. I tannini del legno asciugano un pò la gengiva superiore.
Abbastanza lunga è la sua persistenza grazie alla freschezza che va a sostituire la struttura che va via.
Per me è migliore al naso rispetto al gusto.
(94/100)
JACQUESSON, LE CLOS, annata 1998
dégorgement 06/2018, (Uvaggio: 100% Pinot Meurnier)
Giallo oro pieno con poche bollicine.
All’esame olfattivo esprime profumi di buccia di arancia candita, limone, bacca di ginepro, ruggine, miele, albicocca secca, fico bianco secco, e finocchio selvatico secco, per terminare con il fungo porcino secco.
Al palato la bollicina è fine, delicata.
Il corpo è al limite della sufficienza ed il vino è ben equilibrato con la massa alcoolica completamente dominata dalla freschezza. Lunga è la sua persistenza gustativa anche se manca un pò di struttura.
(95/100)
JACQUESSON, DT, MILLÉSIME, 1996
dégorgement 06/2018, (Uvaggio: 57% Pinot Noire 43% Chardonnay)
Giallo oro ambrato. Le bollicine sono abbastanza fini e poco numerose.
All’olfatto si sentono profumi di miele, pasticceria e guscio duro di mandorla.
Subito dopo si rende evidente l’odore di tappo che aleggiava nel bicchiere.
No valutazione- Tappo.
JACQUESSON, AVIZE, annata 1989
dégorgement 06/2003, (Uvaggio: 100% Chardonnay)
All’esame visivo mostra un bel giallo oro lucente con bollicine finissime ed abbastanza numerose.
Esplodono nel bicchiere intensissimi i profumi di pop-corn appena fatti, pietra focaia, iodio e bacca di ginepro.
Questi piacevoli profumi mi impediscono la percezione di altri profumi.
Al gusto è suadente, le bollicine sono fini, e si sentono sapori di pietra focaia, miele, pop corn e bacca di ginepro.
Vino sapido e minerale e ben equilibrato grazie alla freschezza ed alla mineralità che non fanno sentire la massa alcoolica.
Il corpo è medio e lunghissima è la sua persistenza gustativa con finale sapido, con sapori di pietra focaia, pop-corn e bacca di ginepro. Grande champagne!.
(98/100)
JACQUESSON, Millésime, 1988
dégorgement 07/1998
(Uvaggio: 1/3 chardonnay, 1/3 Pinot Noir e 1/3 Pinot Meunier)
questa annata non è più in commercio
Colore giallo oro lucente con bollicine fini e non tanto numerose.
Mix olfattivo fatto di profumi di bacca di ginepro, ananas maturo, intensi di pop-corn e pietra focaia.
All’esame gustativo mostra un corpo medio sufficiente. Vino ben equilibrato, con acidità importante che copre, completamente, la massa alcoolica. Lunga è la sua persistenza con finale di bacca di ginepro.
Sicuramente per me la 1989 è più importante per tutto rispetto alla 1988.
(97/100)
Terminata la serata sedendo nel giardino fuori del ristorante, dopo aver fumato un sigaro toscano Moro 2015 e bevuto un bas Armagnac Laberdolive annata 1945 potevamo andare a dormire, in attesa della stupenda prima colazione che ci avrebbe aspettato la mattina successiva.
Professionalità, classe, competenza sono una regola assoluta da Davittorio.