A fine estate, a Firenze, a Palazzo Antinori, nel cuore di Firenze, si è tenuta una piacevole cena, con degustazione di alcune annate del vino “Cervaro della Sala”, dell’Azienda Castello della Sala della Marchesi Antinori, in Umbria.
Questo vino, normalmente, ha un assemblaggio del 90% di Chardonnay ed un10% di Grechetto.
Il primo anno di produzione è stato il 1985, annata non messa in commercio.
La prima annata commercializzata è stata la 1986, annata degustata in questa splendida serata. Gli invitati erano giornalisti nazionali ed internazionali e ristoratori stellati italiani. Prima dell’inizio della cena ogni commensale è stato fotografato da un fotografo d’eccezione, il Sig. Giovanni Malgarini. Devo confessare che questi è un mago della fotografia, prova sono le foto che mi ha scattato, foto nelle quali appaio interessante come non sono nella realtà.
Ho avuto il piacere di incontrare vari amici ed essere seduto al tavolo con il Dott. Renzo Cotarella, amministratore delegato della società Marchesi Antinori, braccio destro e sinistro del Marchese Piero Antinori.
A questo proposito il Marchese Piero Antinori all’inizio della cena ha parlato ai commensali del vino, ma in particolare del suo incontro con Renzo Cotarella, molti anni prima. Il Marchese Piero è persona altamente corretta, squisita e piacevole e riguardo a questo incontro ha detto di non essersi comportato bene, nel senso che il Dott. Cotarella in quel periodo lavorava nell’ambito del Consorzio del Chianti Classico e una volta conosciuto, capì le sue grandi doti e capacità e quindi, contrariamente al suo normale comportamento, improntato sulla correttezza, non ci pensò due volte e lo calamitò nell’ambito delle sue aziende. Il Marchese quindi si è dichiarato dispiaciuto per essersi comportato “scorrettamente”, cosa che lui normalmente non fa. Ma il cruccio vero e proprio del Marchese Piero, a suo dire, “è stato quello di non essersi mai pentito di averlo fatto”.
Ritornando al tema della serata devo confessare che secondo me il Cervaro della Sala è l’unico vino italiano ad avere un vero stile borgognone.
Normalmente il vino all’olfatto ha molta vaniglia e solo dopo almeno dieci anni, di invecchiamento, in bottiglia la vaniglia lascia spazio agli altri profumi tipici dei vitigni dei quali il vino è fatto.
Se non ricordo male con le annate 2012, 2013 e 2014 il vino sin da giovane, aveva profumi non solo vanigliati ma anche di ananas, cuoio biondo, pepe bianco … Si è trattato di annate dove il vino era più pronto da subito, mentre con le annate 2015 e 2016 si è tornati alle origini, con vini meno pronti e cioè che necessitano di qualche anno di sosta in bottiglia prima di essere bevuti, per poterli godere in modo pieno.
Durante questa splendida serata ci sono state servite le annate del Cervaro della Sala 1986, 1996, 2005, 2013 e 2017. A seguire ci è stato servito il Pinot Nero 2013 ed il Muffato della Sala 2013. Ricordo, in occasione di un’altra degustazione, di avere degustato il Cervaro della Sala annata 1989, per me, ad oggi, la migliore annata prodotta.
Seguono le mie note di degustazione sui vini della serata.
CERVARO DELLA SALA annata 1986
(Uvaggio: 80% Chardonnay e 20% Grechetto)
Veste giallo oro con trame ambrate.
Al naso si percepiscono profumi di salmastro (iodio), (in riva al mare in una giornata di libeccio), cuoio biondo, frutta esotica, ananas sciroppato, guscio duro di mandorla, per terminare con carezze di grafite.
Al palato il corpo è medio e tende, con la sosta in bocca, ad alleggerirsi, lievemente, donando più risalto alla freschezza che lo aiuta nella sua lunga persistenza. Vino sapido e minerale. Nonostante l’età era e rimane un grande vino con un perfetto equilibrio gustativo. La mineralità e la freschezza superano la massa alcoolica.
(94/100)
CERVARO DELLA SALA annata 1996
(Uvaggio: 80% Chardonnay e 20% Grechetto)
Con l’annata 1996 si ha il debutto della bottiglia in formato magnum.
Risplende giallo oro.
Espressione olfattiva di zabaione, iodio, salmastro, cuoio bianco, pietra focaia, pepe bianco, vaniglia, colla coccoina (latte di cocco e mandorla), burro di nocciolina, tostatura del legno, guscio duro di mandorla, ananas maturo, per terminare con sussurri di episperma ( seconda pelle del marrone bollito).
Al palato mostra un copro medio ed un perfetto equilibrio. La freschezza e la mineralità dominano, senza ripensamenti, la massa alcoolica. Lunga è la sua persistenza con finale di burro di nocciolina e boisè.
Non tutte le bottiglie sono uguali ed allo stesso livello qualitativo. Questa sicuramente è una bottiglia nella quale il vino si è mantenuto perfettamente.
(95/100)
CERVARO DELLA SALA annata 2005
(Uvaggio: 85% Chardonnay e 15% Grechetto)
Colore giallo oro lucente
Esordio olfattivo con note intense di grafite ed elicriso ( fiore dal profumo di liquirizia), seguite da iodio, salmastro, cuoio biondo, sapone di Marsiglia, boisè, castagne secche, zabaione, per chiudere con soffi di guscio duro di mandorla.
Al palato mostra una piacevole morbidezza e sapidità ed il corpo è medio. L’equilibrio del vino è un pò altalenante cioè l’alcool supera la massa alcoolica e viceversa. Lunga è la sua persistenza gustativa.
Annata un pò difficile. In Italia, in genere, i vini hanno avuto una varia e ricca espressione olfattiva ed al gusto un equilibrio un pò altalenante con un corpo non particolarmente strutturato.
(90–/100)
CERVARO DELLA SALA annata 2013
(Uvaggio: 85% Chardonnay e 15% Grechetto)
Manto giallo paglierino con riflessi oro. Al naso sono in evidenza ricchi sentori di vaniglia e di cuoio biondo, seguiti da pepe bianco, amido di cotone, ananas, sapone di marsiglia, menta, episperma (seconda pelle del marrone bollito), castagna bollita bacata e rimandi boisè.
All’assaggio ha una buona morbidezza, è sapido e minerale ed un’acidità agrumata.
Il corpo è medio fine con un lieve effetto altalenante tra alcool e freschezza.
Lunga è la sua persistenza con finale di smalto per le unghie.
Vino giovane, sicuramente con il tempo si esprimerà, in modo migliore, anche sotto il profilo dell’equilibrio.
(93/100)
CERVARO DELLA SALA annata 2017
(Uvaggio: 85% Chardonnay e 15% Grechetto)
Colore giallo paglierino.
Naso fatto di profumi, di resina di pino, cuoio biondo, lievito di birra, intensi di smalto di vernice, per terminare con carezze di vernice.
Al palato è un tripudio di sapidità e mineralità ed il corpo è medio sufficiente.
Di aiuto alla struttura c’è una generosa freschezza che domina la massa alcoolica.
Lunga è la sua persistenza aromatica intensa. Sarà curioso seguire l’evoluzione di questa annata.
(92/100)
PINOT NERO annata 2013
La prima annata di produzione è stata la 1990.
Colore rosso rubino scarico, con bordo granato. Olfatto piacevole di lampone seguito da note di menta e di pepe nero.
Al palato si sente un pò la pungenza di alcool che supera la freschezza.
Il corpo è medio ed i tannini non sono molto larghi (4/6++), dolci ed inizialmente vellutati per poi bruciare un pò la gengiva superiore. Lunga è la sua persistenza aromatica intensa.
(88/100)
MUFFATO DELLA SALA annata 2013
(Uvaggio: 60% Sauvignon Blanc, 10% Grechetto, 10% Sémillon, 10% Traminer e 10% Riesling)
Colore giallo ambrato chiaro.
All’approccio olfattivo emergono note intense di camomilla, seguite da albicocca secca, fiori gialli, menta e confettura di arancia.
Al gusto si sente subito una lieve nota amara tipica della radice di rabarbaro, seguita dalla confettura di arancia che gli da una spiccata dolcezza.
Vino ben equilibrato con in evidenza la freschezza, sulla massa alcoolica ed una buona morbidezza. Il corpo è medio.
Lunga è la sia persistenza con finale di confettura di arancia.
(93/100)