Se una persona qualsiasi pensa alla Maison Pommery la identifica in un’azienda che produce milioni di bottiglie, tesa quindi a fare numeri e ciò non è vero. Questa Maison sicuramente fa i numeri ma fa anche degli champagnes di qualità e di prestigio.
La Cuvée Louise deve il suo nome alla fondatrice della Maison, madame Pommery.
Nel 1858 madame Pommery con la morte del marito inizia a dirigere la Maison.
Nel 1874 crea il primo champagne brut dando inizio all’era dei vini meno zuccherati.
La Cuvée Louise viene creata nel 1979 e trae le sue origini da tre parcelle site ad Avize, Cramant ed Ay. Gli Chardonnay di Avize sono conosciuti per la loro finezza e briosità, quelli di Cramant sono più strutturati e rotondi, mentre il pinot nero di Ay si riconosce per la sua ampiezza e raffinatezza.
Il Principe Alain de Polignac, pronipote di Madame Pommery, da più di trentanni svolge l’attività di enologo nell’elaborazione dei vini della Maison. E’ lui che ha creato il primo millesimo della Cuvée Louise nel 1979, affiancato, dal 1992, dallo Chef de Cave Thierry Gasco nell’esecuzione dell’assemblaggio di questa Cuvée. E’ stato appurato che occorrono dai 6 agli 8 anni per ottenere lo sviluppo completo dei suoi aromi. Le cantine Pommery sono costituite da 120 cave di gesso gallo – romano, collegate tra loro sin dal 1868 da 18 km di gallerie.
Sono 116 gli scalini che conducono al caveaux dove riposa, a 30 metri di profondità, la Cuvée Louise, ad una temperatura costante di 10 gradi. Thierry Gasco afferma che: “il dosaggio serve solo a presentare la Cuvée Louise sotto il più bell’aspetto. E’ come un tocco di rossetto su un viso puro e genuino”.
L’immagine che vediamo sull’etichetta della bottiglia Cuvée Louise riproduce la scultura di gesso effettuata da Bazzat nel 1986 e che si trova nelle cantine a ricordo della nascita di questo vino ed i 150 anni della Maison.
La Cuvée Louise viene prodotta solo nelle annate migliori. Il rosé è stato prodotto per la prima volta nel 1982.
Altro Champagne di prestigio prodotto dalla Maison Pommery è “Les Clos Pompadour” che è nato nel 2011, per celebrare i 175 anni della storica Maison di Reims.
Questo champagne è composto per il 75% da chardonnay, dal 20% di Pinot nero e dal 5% di Pinot Meunier. Le uve provengono dal vigneto “Les Clos Pompadour” e le vigne hanno dai 25 ai 30 anni. La produzione è limitata e per l’Italia l’assegnazione annuale è di sole 240 magnum, che è l’unico formato prodotto.
La presentazione di quattro annate di Cuvée Louise è stata fatta in uno splendido ristorante, fiore all’occhiello dell’Italia: l’”Enoteca Pinchiorri” di Firenze. A questo evento che si è svolto sono stato invitato, lunedì 28 aprile 2014, insieme a molti altri giornalisti, per degustare questi champagnes, abbinati con piatti creati apposta da Annie e Giorgio per questa serata. All’ingresso siamo stati accolti con calici di champagne Les Clos Pompadour nel suo formato standard che è quello magnum. Hanno accompagnato questo champagne alcuni deliziosi stuzzichini: crostino di fegato grasso affumicato, bonbon di pomodoro e basilico, taleggio fuso con gelatina di zafferano, sgombro fritto in pastella al nero di seppia, tartare di gamberi e mango e gelato di burrata e acciuga.
Ero emozionato per questa splendida serata, nel mio ristorante preferito, dove eleganza, servizio impeccabile e charme sono di casa. Ultimamente sono stato a Parigi e confesso che sono rimasto deluso di diversi ristoranti stellati Michelin, con due stelle, che potrei paragonare a ristoranti con aspettative di una stella e non di più, per ambiente, qualità del cibo e servizio. Su questo argomento tornerò un’altra volta perché ci sarebbe molto da scrivere. Ma ritorniamo a questa splendida serata organizzata dalla Maison Pommery con invitati provenienti da tutta l’Italia, sia giornalisti che ristoratori di alto livello. Il locale è stato dedicato tutto a questo splendido evento. Se non siete mai stati all’Enoteca Pinchiorri non potete avere idea di come sia bello vedere gli eleganti camerieri che prestano il loro servizio da un tavolo ad un altro con assoluta scioltezza, eleganza e leggerezza, sembra che danzino. Non appena arrivato mi è stato servito un bicchiere di “Les Clos Pompadour” che io non conoscevo, quindi dovevo necessariamente sedermi ad un tavolo per scrivere le mie note di degustazione e pertanto chiedevo a Giorgio Pinchiorri di potere andare in una saletta, quella dei distillati, per potere esaminare con calma e tranquillità questo champagne e ciò avveniva. Terminato il mio iniziale lavoro ritornavo dagli altri ospiti e salutavo un po’ di persone che conoscevo e venivo accompagnato in una sala con un enorme tavolo rotondo, assieme allo chef de Cava Signor Thierry Gasco con il quale durante la cena scambiavo alcune mie opinioni sugli champagnes della verticale.
La serata veniva presentata dalla Signora Mimma Posca, amministratore delegato Vranker – Pommery Italia, una bella signora, mi sia permesso di dirlo, con molto charme che si dichiarava onorata di avere scelto l’Enoteca Pinchiorri per questa serata poiché a suo dire, ed a mio dire, l’Enoteca Pinchiorri è un baluardo della ristorazione italiana.
Chiedevo ai sommeliers di servizio al mio tavolo di controllare i miei bicchieri e di non lasciarli mai vuoti. Non c’è cosa di più triste che avere davanti dei bicchieri vuoti. E’ troppo bello vedere le fini bollicine dello champagne che vanno nel bicchiere dal basso verso l’alto in modo sparso o come talvolta accade, come una elegante fune di seta.
La prima portata è stata: “tonno pinna gialla marinato al basilico, aglio e liquirizia, marmellata di pompelmo, erbette aromatiche”, accompagnata alla Cuvée Louise, brut millesimo 2002.
Il secondo piatto è stato: “astice in crosta di olive taggiasche, purea di mais tostato, intingolo di crostacei e verdure croccanti”, accompagnato alla Cuvée Louise, brut millesimo 2000, in formato magnum (lit. 1,5).
La terza portata è stata: “risotto con piccione in brodo e cacao tostato alle spezie”, accompagnata alla Cuvée Louise, brut millesimo 1990, in formato jeroboam (lit. 3).
Da notare che sopra il riso c’erano tre bocconcini di piccione rosolato in padella. Piatto gustosissimo, accompagnato in modo perfetto.
L’ultima portata è stata: “il biscotto e cremoso al caramello, rocce di mandorle, sorbetto al formaggio di capra e miele, gelatine di lychee e di agrumi”, servita con la Cuvée Louise, brut millesimo 1995, in formato salmanazar (lit. 9).
Le cose che mi hanno colpito maggiormente di questi champagnes è la ricchezza olfattiva e la gradevolezza e delicatezza delle bollicine, che ti accarezzano il palato.
Ma passiamo pure all’esame di questi champagnes della serata.
Le note di degustazione integrali possono essere consultate previa registrazione e successivo abbonamento.
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LES CLOS POMPADOUR, non millesimato, formato magnum
Trattasi di champagne non millesimo infatti sulla bottiglia non vi è scritto niente, ma lo chef de Cave Thierry Gasco mi ha detto che è dell’annata 2002 ed è stato degorgiato nel 2003.
Veste giallo paglierino lucente e brillante, con bollicine numerose ed abbastanza fini.
All’olfatto elargisce intensi profumi di pietra focaia e pasta di mandorla seguiti da note di affumicato (ricorda l’affumicato del prosciutto cotto detto “Praga”), iodio, lievi di zolfo, smalto di vernice, per terminare con la buccia di agrumi.
Al gusto mostra la sua generosa ed intensa sapidità e mineralità. Vino ben equilibrato con generosa spalla acida, accompagnata a sapidità e mineralità che dominano, senza esitazioni, la massa alcoolica. Le bollicine sono fini, il corpo è medio ed entra largo per poi ridursi lentamente.
Lunga, ma non lunghissima, è la sua persistenza aromatica intensa con finale di agrumi e pietra focaia.
Si rimane colpiti dall’abbondante freschezza.
90/100
CUVÉE LOUISE, BRUT, ANNATA 2002
Giallo paglierino con riflessi grigi – oro, lucente e brillante. Le bollicine sono fini ed abbondanti.
Naso ricco e vario con profumi di iodio, miele, pietra focaia, lievi di albicocca secca, cuoio fresco, buccia di banana verde, lievi di confettura di arancia amara, vaniglia, bergamotto, pasta di mandorla, colla coccoina (latte di cocco e mandorla), tè, per terminare con la mela renetta, lievemente acerba.
Al gusto esplode il sapore intenso della fragolina di bosco accompagnato alla sapidità, mineralità ed alla buccia di limone.
Le bollicine sono fini e piacevoli ed accarezzano il palato.
Vino ben equilibrato con spalla acida che guida l’equilibrio gustativo.
Lunga è la sua persistenza aromatica intensa con finale sapido, minerale e lievito di birra.
92/100
CUVÉE LOUISE, BRUT, ANNATA 2000, in formato magnum
Giallo oro chiaro, lucente e brillante. Le bollicine sono finissime e numerose.
Olfatto potente e vario con profumi intensi di pietra focaia, fieno secco e gelsomino. Seguono il percorso olfattivo lo iodio, lievito di birra, affumicato (ricorda il prosciutto cotto detto di “Praga”), pepe bianco, menta, acqua dove è stata in bagno la pesca, guscio duro della mandorla, rosa bianca, sapone di Marsiglia, cuoio fresco e gambo di ciclamino spezzato (per l’acidità).
Al gusto le bollicine sono un po’ flebili ma è ricchissimo di sapidità, mineralità e l’agrumato del limone.
Il corpo è ben presente, più di quello del 2002, vino ben equilibrato con massa alcoolica impercettibile.
Lunga è la sua persistenza aromatica intensa con finale di rosa canina.
Champagne interessante anche se la bottiglia a me servita aveva la bollicina un po’ flebile.
Le bottiglie sono una diversa dall’altra.
94/100
CUVÉE LOUISE, BRUT, ANNATA 1990, in formato Jeroboam (lit. 3)
Riluce giallo paglierino intenso con larghe trame oro.
Le bollicine sono fini e numerose.
Olfatto caratterizzato da profumi di gesso bagnato, acqua dove hanno sostato l’albicocca e la pesca, fiori gialli, fiori di arancio, pesca matura e pesca succosa, gialla, senza buccia, iuta, radice di liquirizia, pepe bianco macinato, chicchi di caffè torrefatto, gambo di ciclamino spezzato (per l’acidità), pomodoro secco, latte di mandorla, paglia, albicocca secca un po’ verde, gelsomino, colla coccoina (latte di cocco e mandorla), per terminare con la radice di rabarbaro. Naso incredibile!
Al gusto è sapido e minerale. Le bollicine sono fini ed accarezzano tutto il palato. Ha una piacevole dolcezza ed una generosa acidità che lo rende ben equilibrato.
Gusto con sentori di pesca gialla a pezzi che vira sull’albicocca secca.
Piuttosto lunga è la sua persistenza aromatica intensa con finale esplosivo di prezzemolo.
E’, per me, il miglior champagne della verticale.
97/100
CUVÉE LOUISE, BRUT, ANNATA 1995, in formato Salmanazar (lit. 9)
Veste giallo oro tenue con riflessi grigio – verdi, lucente e brillante. Le bollicine sono fini e numerose e mi ricordano una fune che va verso l’alto.
All’esame olfattivo risalta la pietra focaia accompagnata alla colla coccoina (latte di cocco e mandorla), sapone di Marsiglia, prezzemolo, zenzero, iodio, gambo di ciclamino spezzato (per l’acidità), lievito di birra, amido di cotone, cuoio fresco, ginger, per terminare con il guscio duro della mandorla.
Al gusto si sente in modo potente la nota verde del prezzemolo. La bollicina è fine e ben presente. Si sentono poi in modo rilevante la sapidità e la mineralità, seguiti dal ginger candito, zafferano, pompelmo sia giallo che rosa e colla coccoina, già sentita all’olfatto.
Vino abbastanza equilibrato con spalla acida presente ma non in modo importante.
Lunghissima è la sua persistenza aromatica intensa con finale di pepe bianco, pietra focaia e agrumi.
Vino molto ricco sia all’olfatto che al gusto, avrebbe avuto bisogno, a mio avviso, di maggiore freschezza.
92/100
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Terminata questa splendida serata si rimane con la voglia di ritornare all’Enoteca Pinchiorri dove l’spite è veramente sacro e dove il piacere è appagato sia alla vista che al gusto.