Dopo tanti inviti da parte di Andrea Cecchi ho raccolto alcuni amici ed insieme, alcuni mesi fa, siamo stati nella sua azienda vinicola a Castellina in Chianti. Andrea è una persona squisita, garbata e gentile, una persona di altri tempi.
Ad accoglierci in azienda c’era anche Leonardo Raspini, direttore commerciale dell’azienda che conosco ed apprezzo da anni. Andrea Cecchi prima di ufficializzare l’acquisizione di Leonardo quale direttore generale, figura mai esistita nell’azienda Cecchi, mi telefonò e mi disse che aveva acquisito una persona in qualità di direttore generale e quando mi disse il nome subito gli dissi che se mi avesse chiesto un consiglio subito gli avrei fatto il nome di Leonardo Raspini, persona competente sia nel fare i vini che nell’organizzare una azienda dandogli lo smalto necessario per acquisire maggiore visibilità.
Parliamoci chiaro, conosco Andrea Cecchi da diversi anni ed in passato ho considerato le sue aziende molto commerciali dove si facevano i numeri piuttosto che la qualità. Tutto questo è cambiato da molti anni, da quando Andrea e suo fratello Cesare con la loro stupenda madre hanno preso le redini dell’azienda.
La politica produttiva e commerciale è cambiata. L’ambizione di Andrea è stata quella di migliorare la qualità dei vini e di porsi in maniera evidente anche nell’alta ristorazione italiana.
Andrea e Cesare hanno organizzato eventi di continuo, con l’aiuto del validissimo Gianni Mercatali grande conoscitore di persone ed amante del bien vivre. Tramite Gianni l’alta ristorazione ha incominciato ad apprezzare sempre di più i vini delle sue aziende. Andrea non ha mai smesso di investire acquistando terre molto vocate enologicamente sia in Toscana che in Umbria. Con l’annata 2006 è uscito con il vino “Coevo” fatto da une Sangiovese e Cabernet Sauvignon provenienti da Castellina in Chianti e da uve Merlot e Petit Verdot provenienti dalla Maremma. Ha migliorato incredibilmente il suo Morellino di Scansano, tipico vino della Maremma ed ha fatto diventare questo vino da Buttero a Cortigiano rendendolo più aggraziato con tannini non più ruvidi ma vellutati o addirittura setosi. L’azienda ha cambiato l’estetica di molte etichette dei vini prodotti. Andrea e Cesare hanno voluto distribuire per l’Italia dello Champagne ed hanno trovato la Maison Collard – Picard che fa champagnes gradevoli, profumati e quello che è importante con bollicine fini e carezzevoli.
L’ultima acquisizione veramente importante è stata l’acquisto di un’azienda confinante, “Villa la Rosa”, che produce un Sangiovese di altissima qualità.
Ricordo di avere assaggiato più volte questo vino e di averlo trovato sempre molto elegante, “stile borgogna”, con colore tenue, profumato, equilibrato e con tannini setosi. Il vero piacere di bere il vino.
Quando, con i miei amici siamo andati in azienda abbiamo veramente ricevuto un’accoglienza affettuosa. Andrea non finiva mai di manifestare il suo grande piacere che io finalmetne fossi andato a trovarlo. Siamo stati accompagnati a vedere le vigne dell’azienda, i terreni e la loro esposizione per poi andare in cantina, a visitarla e fare i vari assaggi dei vini nelle annate 2014 e 2015, sia i vini di Castellina in Chianti che quelli della Maremma necessari all’assemblaggio del Coevo.
Sono rimasto folgorato quando ho sentito il Sangiovese 2015 proveniente dalle vigne provenienti dall’ex azienda “Villa la Rosa”. Ero commosso perchè già dal colore vedevo un vino diverso dalle precedenti annate, un vino più concentrato ma che aveva la sua lucentezza usuale. Profumi intensi sia fruttati che floreali ed una struttura importante, in parole povere un vino che nonostante la sua maggiore potenza non aveva perso la sua usuale eleganza e piacevolezza. Questo assaggio mi ha fatto capire quanto sia importante l’annata 2015, un’annata che verrà ricordata, in generale, come un’annata in cui potenza ed eleganza hanno trovato un connubio inscindibile di piacevolezza.
Eravamo tutti carichi di entusiasmo e di piacere. Andrea a quel punto, ci ha detto: “adesso andiamo in una sala degustazione dove ad attendervi ci sono 5 magnum di Coevo per potere fare la verticale”. Per me era la prima verticale di Coevo che facevo e quindi ero emozionato e teso.
Non è facile fare un vino con uve provenienti da zone diverse con condizioni climatiche diverse e con maturazione delle uve non uguali.
E’ stata una esperienza piacevole ed interessante. Mi sono piaciute di più la prima annata, la 2006 e l’ultima la 2011. L’annata 2011 mi ha entusiasmato e non poco.
Per quanto riguarda la larghezza del tannino, è importante che faccia le precisazioni che seguono, affinchè possa essere compreso. Io sento il tannino del vino sulla gengiva superiore. La totale larghezza del tannino è 6/6, cioè tuta la larghezza della gengiva superiore. Ovviamente, se il tannino è meno largo, potrà essere per esempio 5/6 e così via. La larghezza del tannino è importante quando la qualità dello stesso è di buono o alto livello. Più il tannino è largo, più il vino è degno d’attenzione, ma il tannino, come ho precisato, dev’essere, in ogni caso, di buona qualità. Passiamo all’analisi dei vini degustati.
Dopo questa stupenda esperienza Andrea ci ha fatto una sorpresa, ci ha portati in un altro salone dove ad attenderci c’erano assoi di salumi affettati e quello che più conta c’era lo Champagne Collard Picard Blanc de Blancs che ci ha rinfrescato ed estasiato il palato. Finita questa sosta ci siamo recati nel ristorante – enoteca Foresteria Villa Cerna che si trova davanti alla Cantina Villa Cerna in località Casina dei Ponti, dove abbiamo consumato un eccellente ed abbondante pranzo tipicamente tostano bagnato da tanti vini dell’azienda, il Coevo scorreva come fosse acqua, ed in particolare da un vino Cabernet Sauvignon annata 1989, prodotto in sole 3.000 bottiglie e mai messo in commercio, vino che avevo conosciuto ed apprezzato un paio di anni prima, durante un’altra degustazione a Roma.
E’ stata una bella giornata, completa, trascorsa con amici, pieni di passione in mezzo a tante belle cose. Abbiamo ringraziato Andrea e Leonardo per il tempo che ci hanno dedicato e per i piaceri che ci hanno donato e ci siamo complimentati con loro per gli ottimi progressi che stanno portanto avanti.
Elenco vini degustati:
COEVO IGT, annata 2006 (91/100)
COEVO IGT, annata 2007 (88/100)
COEVO IGT, annata 2009 (86/100)
COEVO IGT, annata 2010 (90/100)
COEVO IGT, annata 2011 (94/100)
Le note di degustazione integrali possono essere consultate previa registrazione e successivo abbonamento.
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COEVO IGT, annata 2006
(Uvaggio: 50% Sangiovese, 10% Cabernet Sauvignon, 20% Petit Verdot e 20% Merlot)
Il Sangiovese ed il Cabernet Sauvignon provengono da Castellina in Chianti. Le uve sono state raccolte ricche di zuccheri e con una ottimale maturazione polifenolica. Il Merlot ed il Petit Verdot provengono dalla proprietà della Maremma e le uve sono state raccolte quando avevano una acidità sostenuta e una maturità considerevole.
Rubino compatto con fine bordo granato.
Profonda tessitura olfattiva, la nociolina tostata e la sella di cuoio sono i protagonisti e sono accompagnati da metna, eucalipto, prugna, mora, alloro, salvia, bustina di thé bagnata, grafite, ciliegia, colla coccoina (latte di cocco e mandorla), iuta, lieve pepe nero, per terminare con sussurri di gambo spezzato di ciclamino (per l’acidità).
Sorso delicato, piacevole, vino sapido e minerale.
Il corpo è medio non particolarmente strutturato ma il vino è ben equilibrato con asse acido – alcool – tannino in perfetto equilibrio. Il tannino è dolce, abbastanza largo (5/6 -) e setoso.
Lunga è la sua persistenza aromatica intensa.
Vino piacevole, ben fatto anche se difetta un po’ di struttura.
(91/100)
COEVO IGT, annata 2007
(Uvaggio: 60% Sangiovese, 15% Petit Verdot, 15% Merlot e 10% Cabernet Sauvignon)
Rosso rubino intenso.
Preludio olfattivo stuzzicante balsamico di menta ed eucalipto poi sella di cuoio, fieno secco, pepe nero, colla coccoina (latte di cocco e mandorla), intensa grafite, ciliegia, prugna, gambo di ciclamino spezzato (per l’acidità), nocciolina tostata, alcool per terminare con rimandi di caffé freddo.
Al palato mostra un corpo medio e un po’ di esuberanza alcoolica che rende il vino non tanto equilibrato. La spalla acida ed il tannino non riescono a superare la massa alcoolica. Il tannino è dolce, poco largo (4/6 +), inizialmente setoso per poi far asciugare e far bruciare un po’ la gengiva superiore. Lunga è la sua persistenza gustativa.
(88/100)
COEVO IGT, annata 2009
(Uvaggio: 50% Sangiovese, 30% Petit Verdot, 10% Cabernet Sauvignon e 10% Merlot)
Colore rosso rubino intenso – nero.
Il bouquet è una cascata di sensazioni di liquirizia, nocciolina tostata, menta, eucalipto, tartufo nero, amido del cotone, resina di pino, lievi di pepe nero, caucciù, cioccoloata al latte, sella di cuoio, alloro, salvia, rosmarino, lievi di boisé, iuta, fieno secco, inchiostro di china, per ultimare con sentori di bustina di thé inzuppata.
Assaggio grintoso, per l’alcool esuberante che non lascia spazio completo alla spalla acida ed al tannino. Quest’ultimo è asciutto, verde non tanto largo (4/6 ++) e finisce con l’asciugare la gengiva superiore.
Lunga è la sua persistenza gustativa con finale un po’ amarognolo.
(86/100)
COEVO IGT, annata 2010
(Uvaggio: 60% Sangiovese, 20% Petit Verdot, 10% Cabernet Sauvignon e 10% Merlot)
Manto rosso rubino intenso.
Sensazioni olfattive di amido di riso bolilto, menta, eucalipto, pepe nero, noce moscata, nocciolina tostata, sella di cuoio, alloro, ciliegia, dolci della parte esterna del confetto, latte di cocco e mandorla (colla coccoina), iuta, per terminare con soffi di cioccolata.
Equilibrio gustativo comandato dalla freschezza e dal tannino che dominano quasi, completamente, la massa alcoolica, il tannino è dolce, abbastanza largo, setoso e spesso.
Vino sapido, minerale con corpo medio.
Lunga è la sua persistenza aromatica intensa.
(90/100)
COEVO IGT, annata 2011
(Uvaggio: 50% Sangiovese, 20% Cabernet Sauvignon, 20% Merlot e 10% Petit Verdot)
Robe rosso rubino abbastanza intenso con riflessi porpora.
Scrigno olfattivo elegante che rilascia nell’aria profumi di bustina di thé inzuppata, nocciolina tostata, sella di cuoio, menta, eucalipto, salvia, cuoio fresco (quello biondo), aciuga (è un profumi che io collego al cuoio fresco), latte di cocco e mandorla (colla coccoina), pelle in fine lavorazione, lievi del dolce del legno ricollegabili all’episperma che è la seconda pelle del marrone bollito.
Bocca che risalta i tannini che sono fini, dolci, abbastanza larghi (5/6) e setosi.
Vino ben equilibrato con massa alcoolica dominata, senza indugi, dalla spalla acida e dal tannino.
Bella dolcezza ed eleganza che rendono piacevole la beva. Lunga è la sua persistenza gustativa con finale di episperma.
Per me è la migliore annata della verticale. Non è facile fare un vino con uve che provengono da diverse zone della Toscana. Il tempo non è uguale dappertutto e quindi le uve possono avere diverse maturazioni. Il difficile è avere tutte uve ottimali. A mio avviso con il 2011 ci sono riusciti.
(94/100)
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