Sono già passati due anni dall’ultima edizione del “Wineday” organizzata dalla Società Balan s.r.l. con sede in Sant’Ambrogio (PD), importatrice, produttrice e distributirce di vini sia nazionali che esteri. I promotori di questa splendida giornata sono i fratelli Daniele e Fabio Balan. L’edizione 2018 ha previsto, come negli anni passati, più verticali (più annate dello stesso vino) oltre ad una degustazione di distillati.
Ovviamente i posti per le degustazioni sono stati, per ovvie ragioni, limitati. Ci sono stati anche i banchi di assaggio delle varie e numerose aziende dei vini distribuiti dai Fratelli Balan.
La manifestazione si è svolta, come sempre, il lunedì, mentre la domenica è previsto l’arrivo di quasi tutti i produttori.
Quest’anno mi ha accompagnato mia moglie Sara che condivide con me diversi aspetti dei piaceri del mondo del vino. La manifestazione, nonchè il pernottamento degli ospiti è stato a Mogliano Veneto presso l’Hotel Villa Condulmer Golf Resort, l’unico Hotel con cinque stelle della zona. Si tratta di una Villa storica adibita ad hotel con arredamento antico e con splendidi lampadari di Murano. Non è certa la datazione della Villa ma sembra risalire ai primi del 1700. Dai Condulmer, in assenza di discendenti la Villa è passata alla nobile famiglia dei Grassi, poi al Conte Giovan Battista Tornielli ed infine alla famiglia Bonaventura, attuale proprietaria. La Villa fu trasformata in Hotel nel 1959.
La Villa è circondata da un grande parco disegnato dall’Architetto Sebatoni ed ha alberi rari catalogati come monumentali come per esempio il Cipresso delle Paludi.
Nel corpo centrale della Villa ci sono otto suites storiche dove hanno soggiornato personaggi di spicco come Giuseppe Verdi e poi altri come Ronald Regan, Liz Taylor, Mick Jagger, Placido Domingo ed altri. Ogni suite ha il nome del personaggio che vi è stato ospite.
Io ho avuto l’onore ed il piacere di avere la suite “Giuseppe Verdi”. Non appena arrivati all’albergo ci siamo un po’ rilassati per poi andare con il gruppo di produttori che erano arrivati e accompagnati da Fabio Balan a “zonzo“ per la splendida Treviso. Abbiamo sostato da MED vino e cucina per prendere un aperitivo, non un prosecco, ma una piacevole bollicina della Franciacorta Le quattro terre, con dosage 2010
Dopo l’aperitivo ci siamo incamminati per andare al ristorante “Le Beccherie” dove, come consuetudine, abbiamo accompagnato il cibo con i vini di alcuni produttori presenti.
Piacevole serata, informale, in compagnia di persone addette ai lavori. Io ero l’unico giornalista invitato.
Terminata la cena siamo stati accompagnati in albergo ed io incominciavo già a prepararmi psicologicamente all’impegnativa giornata di degustazioni del giorno successivo.
La giornata successiva prevedeva una degustazione dei Blanc de Blancs della Maison Thiénot, poi una verticale dei vini dell’azienda Joseph Drouhin, Beaune, Clos des Mouches rouge ed infine una verticale del famoso vino laziale “Fiorano”.
Alla fine delle verticali ho fatto un giro tra i banchi di assaggio, per poi fare rientro a Firenze.
La mattina successiva dopo colazione mi recavo in sala degustazione per la prima degustazione: lo Champagne Thiénot, guidata dallo Chef de Cave Nicolas Uriel.
Era prevista la degustazione di un Blanc de Blancs senza annata, poi la Cuvée Stanislas 2007 ed a seguire “La Vigne aux Gamins annate 2006, 2005, 2004, 2002 e 1999. La Maison Thiénot è stata fondata da Alain Thiénot ed è seguita dai suoi figli, Garance che segue il marketing, mentre Stanislas controlla l’elaborazione di ogni cuvée e si occupa anche della promozione dei suoi Champagnes in ogni parte del mondo. La Maison ha sede a Reims ed utilizza, in generale, gli uvaggi Chardonnay, Pinot Noir e Pinot Meunier.
Seguono le mie note di degustazione.
CHAMPAGNE THIÉNOT BLANCS DE BLANC SENZA ANNATA
(Uvaggio: 100% Chardonnay)
Alla visiva è giallo paglierino con riflessi grigi mentre le bollicine sono numerose, non fini e diffuse.
All’olfattiva si sentono profumi di mela granny smith, vaniglia, intensi di cuoio fresco, quello biondo, pan brioche, con a seguire, il dolce dell’esterno del confetto, pietra focaia, limone, iodio e sussurri floreali di biancospino.
All’assaggio si sentono bollicine fini, sapore di mela granny smith. Il corpo è medio ed il vino è ben equilibrato con la freschezza che domina la massa alcoolica.
Lunga è la sua persistenza gustativa con finale di mela granny smith, limone e pompelmo giallo. Nel finalissimo emerge la sapidità.
90/100
CHAMPAGNE THIÉNOT CUVÉE STANISLAS 2007
(Uvaggio: 100% Chardonnay)
Risplende giallo paglierino con ampi riflessi oro mentre le bollicine sono numerosissime ed abbastanza fini.
Bagaglio olfattivo ricco di profumi di buccia di banana sia verde che matura, pan brioche, interno del cioccolatino banana Perugina, pietra focaia, miele, salsedine, iodio, cuoio biondo, per terminare con inebrianti ed intensi toni di nocciola.
Al gusto è sapido e minerale, con bollicine fini e corpo medio. La generosa freschezza supera senza il minimo ripensamento la massa alcoolica. Lunga è la sua persistenza gustativa sostenuta anche dalla freschezza. Finale di miele di castagno.
92/100
LA VIGNE AUX GAMINS, 2006
(Uvaggio: 100% Chardonnay)
Giallo oro con bollicine numerose ed abbastanza fini.
Esprime una bella compenetrazione di aromi con richiami di banana matura, intensi di cuoio biondo, crema di latte, iodio, lievi di pan brioche, mela renetta matura, miele, per terminare con accenni di fungo porcino secco.
Al gusto il corpo è medio e delicato, è sapido e minerale, con bollicine fini. Palato burroso. Vino bene quilibrato grazie alla spalla acida che domina la massa alcoolica. Lunga è la persistenza con finale burroso e di torsolo della mela renetta.
Nel finale prevale l’acidità sulla struttura, acidità che la rende persistente.
93/100
LA VIGNE AUX GAMINS, 2005
(Uvaggio: 100% Chardonnay)
Colore giallo oro lucente. Bollicine abbastanza fini ed abbastanza numerose.
Al naso evoca profumi dolci dell’esterno del confetto, pasticceria, pan brioche, banana matura, mela renetta matura, cuoio biondo, per terminare con carezze di miele.
In bocca si sente una bollicina meno presente dell’usuale.
Il corpo è medio ed il vino è equilibrato, la freschezza aiuta la struttura, che si allenta, e la aiuta a rimanere persistente.
Finale di miele di castagno.
90/100
LA VIGNE AUX GAMINS, 2004
(Uvaggio: 100% Chardonnay)
Robe giallo oro lucente. Bollicine abbastanza numerose ed abbastanza fini.
Al naso risaltano il cuoio biondo, la banana matura, mela renetta matura, grafite, con finale esplosivo di noce di cocco. All’assaggio ha sapore intenso agrumato di limone e le bollicine sono con finezza media. Il corpo è medio ed il vino è ben equilibrato grazie alla freschezza ed alla sapidità che dominano la massa alcoolica. Lunga è la sua persistenza gustativa con intenso finale di minerale, limone e pompelmo giallo.
93/100
LA VIGNE AUX GAMINS, 2002
(Uvaggio: 100% Chardonnay)
Veste oro chiaro e lucente. Le bollicine sono fini ed abbastanza numerose.
Olfatto con profumi di nocciola, pietra focaia, cuoio biondo, pasticceria, fiori bianchi, iodio, grafite, mela renetta, per terminare con carezze di pan brioche.
All’assaggio il corpo è medio, delicato e le bollicini sono fini. Ricca acidità che lo rende ben equilibrato, elegante, sapido e minerale. Lunga persistenza con finale agrumato di limone.
Nelle mie note ho scritto: giovane!
94/100
LA VIGNE AUX GAMINS, 1999
(Uvaggio: 100% Chardonnay)
Bel giallo oro con bollicine abbastanza fini ed abbastanza numerose.
L’olfatto elargisce profumi di pasticceria, mela renetta matura, iodio, cuoio biondo, lievi di nocciola, miele, cocco, grafite per terminare con soffi di fiori bianchi.
Al gusto le bollicine sono abbastanza fini mentre il corpo è abbastanza strutturato.
Ricca acidità che domina la massa alcoolica. Vino sapido e minerale con sapore di miele. Lunga è la sua persistenza con finale di miele di castagno e mela renetta matura. La generosa freschezza sostiene la sua persistenza. L’annata 1999 ha dato allo chardonnay una ricchissima freschezza che nonostante la presenza del miele che denota la sua maturità, persiste.
93/100
Degustazione piacevole di Champagnes caratterizzati all’olfatto da note di cuoio biondo (quello fresco) di pan bioche, mela renetta, nocciola e pietra focaia ed al gusto con bollicine piuttosto fini.
Ero soddisfatto di questa degustazione ma subito dopo pensavo a quella successiva a base di Pinot Noir.
L’Azienda Joseph Drouhin è una importante realtà della Borgogna, ha vigneti propri ed acquista anche le uve da altri produttori. In passato, nel novembre 2012 avevo conosciuto Frédéric Drouhin in Umbria presso il Castello della Sala dei Marchesi Antinori per una esclusiva verticale di Clos des Mouches bianco e di Cervaro della Sala. In quell’occasione assaggiai anche il Grand Echezeaux 1990 (94/100) ed il Clos des Mouches 1983 (93/100).
L’Azienda Joseph Drouhin, con sede a Beaune, fu fondata nel 1880 dall’allora ventiduenne Joseph. Il figlio Maurice creò le appellazioni Clos des Mouches e Clos de Vougeot. A Maurice successe Robert che acquistò molte vigne, particolarmente nello Chablis. Robert ha sposato Francoise ed hanno avuto quattro figli: Philippe, Véronique, Laurent e Frédéric che si occupano dell’azienda. Quest’ultima conta 38 ettari nello Chablis, 32 ettari nella Côte de Beaune e 3 ettari nella Côte Chalonnaise.
Le più importanti denominazioni prodotte dal domaine sono: Clos des Mouches, Montrachet, Marquis de Laguiche, Musigny, Clos de Vougeot, Corton Charlemagne e molte altre.
Per i Village e per le appellazioni regionali l’azienda acquista le uve da viticoltori conosciuti che producono con criteri atti ad ottenere qualità di alto livello.
Per quanto riguarda la larghezza del tannino, è importante che faccia le precisazioni che seguono, affinchè possa essere compresa. Io sento il tannino del vino sulla gengiva superiore. La totale larghezza del tannino è 6/6, cioè tuta la larghezza della gengiva superiore. Ovviamente, se il tannino è meno largo, potrà essere per esempio 5/6 e così via. La larghezza del tannino è importante quando la qualità dello stesso è di buono o alto livello. Più il tannino è largo, più il vino è degno d’attenzione, ma il tannino, come ho precisato, dev’essere, in ogni caso, di buona qualità.
Passiamo adesso alla degustazione che è stata condotta dalla Signora Jolana Novotna, direttrice commerciale.
BEAUNE CLOS DES MOUCHES Rouge, 2010
Rosso granato con fine bordo aranciato.
Profumo fruttato di ciliegia, lampone, prugna, seguito da menta, eucalipto, lieve sensazione d’alcool e di vegetale (geranio), ruggine, parte esterna del confetto, noce moscata, alloro, salvia e sella di cuoio.
Al gusto è sapido, minerale, con corpo medio e sapore un po’ verde, vegetale. Vino non perfettamente equilibrato. Si sente bruciare un po’ la gengiva superiore. I tannini sono dolci, abbastanza larghi (5/6 –) setosi e spessi.
Nonostante abbia una ricca acidità il vino si deve equilibrare. Lunga è la sua persistenza gustativa.
89/100
BEAUNE CLOS DES MOUCHES Rouge, 2005
Veste rosso granato con fine bordo aranciato.
Offre sentori aromatici che fanno ricordare il dolce della parte esterna del confetto, pepe nero, noce moscata, lievi di chiodi di garofano, tartufo nero, mobile di sagrestia, incenso, prugna, ciliegia marasca scura, prugna, lampone, sella di cuoio, lievi di bacca di ginepro, lievissimo vegetale, per terminare con toni di appretto (amido spray per stirare).
Corpo medio al gusto, sapore di ciliegia, buon equilibrio gustativo tra alcool e freschezza. I tannini sono dolci, setosi ed abbastanza larghi (5/6 -). Lunga è la sua persistenza gustativa con finale di succo di prugna fresca.
Si sente bruciare, lievemente, la gengiva superiore.
Nel 2005 si sente di più la nota speziata rispetto al 2010.
93/100
BEAUNE CLOS DES MOUCHES Rouge, 2002
Manto rosso granato chiaro con fine bordo aranciato.
Mix olfattivo fatto di profumi di pelle vegetale (è la pelle che si avvicina al dolce del cuoio) dolci dell’esterno del confetto, ciliegia, lampone, lemongrassa, sella di cuoio, grafite, conserva di pomodoro, menta, eucalipto, prugna, lievi di vegetale per terminare con accenni di radice di liquirizia.
All’assaggio si sentono sapori fruttati maturi di ciliegia e lampone. Il corpo è medio ed il vino è quasi completamente equilibrato grazie alla buona acidità. I tannini sono dolci, abbastanza larghi (5/6 -) e nel finale lievemente brucianti ed asciuganti sulla gengiva superiore. Lunga è la sua persistenza aromatica intensa.
91/100
BEAUNE CLOS DES MOUCHES Rouge, 1999
Veste rosso granato con bordo aranciato.
Al naso esprime profumi di ciliegia candita, dolci della parte esterna del confetto, pepe nero, noce moscata, humus, foglie morte, menta, alloro, salvia, rosmarino, sella di cuoio e lemongrassa.
In bocca rivela una bella struttura ed un piacevole sapore che ricorda la ciliegia marasca nera. Vino ben equilibrato con spalla acida in evidenza sulla massa alcoolica, grazie anche al tannino che è dolce, setoso, spesso ed abbastanza largo (5/6 +). Lunga è la sua persistenza gustativa. Annata importante in Borgogna e questo vino ne è la dimostrazione.
94/100
BEAUNE CLOS DES MOUCHES Rouge, 1996
Colore rosso granato con trame aranciato.
Aromi squillanti del dolce dell’esterno del confetto seguiti da note speziate di pepe nero, noce moscata e chiodi di garofano. Seguono profumi di menta, eucalipto, sella di cuoio e prugna secca.
Al gusto ha un corpo medio, sapore di grafite e ciliegia marasca scura.
Vino ben equilibrato tra alcool e freschezza.
I tannini sono dolci, larghi (6/6 – -), nel finale si sente bruciare un po’ la gengiva superiore. Lunga è la sua persistenza gustativa. Nel finale si sente un lieve effetto altalenante tra alcool e freschezza.
91/100
BEAUNE CLOS DES MOUCHES Rouge, 1990
Rosso granato con trame aranciato.
Naso evoluto con profumi di prugna secca, fieno secco e clorofilla. Seguono toni di pelle vegetale, menta, eucalipto, naftalina, per terminare con soffi di pepe nero e di lemongrassa.
All’assaggio si sentono i sapori dell’evoluzione, prugna secca, fieno secco e clorofilla.
Il corpo è medio ed il vino inizialmente è equilibrato per poi avere un lieve effetto altalenante tra alcool e freschezza.
I tannini sono dolci, larghi (6/6 – -), spessi ed un po’ asciuganti nel finale.
Lunga è la sua persistenza gustativa con finale di prugna secca.
91/100
Confesso di essere insaziabile avevo appena ultimato questa piacevole degustazione e già pensavo alla verticale dei vini della Tenuta di Fiorano.
L’azienda si trova a Roma ed è composta da circa 12 ettari. Vengono prodotti due vini, il bianco che è fatto da uve grechetto e viogner mentre il rosso è composto da cabernet Sauvignon in prevalenza e da uve merlot. Proprietario dell’azienda è il Principe Alessandro Jacopo Boncompagni Ludovisi per averla ereditata dal cugino Alberico. Le vigne originali risalgono agli anni 60.
Nel 1999 il Principe Alessandro Jacopo ha iniziato a reimpiantare le vigne che arrivano fino alle porte di Roma. I vini prodotti maturano in fusti di rovere di Slavonia, non nuovi, da 10 ettolitri.
E’ difficile trovare i vecchi vini dell’azienda Fiorano. Un posto sicuro dove trovarli è il ristorante Caino di Montemerano (Saturnia) poichè il suo titolare Maurizio Menichetti in anni passati riuscì a comperare qualche migliaio di bottiglie. La verticale che segue è stata molto interessante e varia.
FIORANO Rosso, 2013
Veste rosso rubino con trame granato.
Olfatto ricco e vario fatto di profumi di menta, eucalpto, cassis, prugna, ciliegia, lievi di alcool, di pelo di cane bagnato e di ragout di carne. Seguono l’inchiostro di china, pepe nero, noce moscata, bacca di ginepro, mora di rovo, pelle di conceria in fine lavorazione, prugna, alloro, vernice ad olio, lievi di buccia verde dei piselli, per terminare con sussurri di rosmarino.
Sapori di ciliegia marasca nera, bacca di ginepro e prugna fresca. Il corpo è medio ed il vino è ben equilibrato con asse acido – tannino – freschezza in armonia.
I tannini sono dolci, setosi ed abbastanza larghi (5/6). Lunga è la sua persistenza gustativa.
Naso molto vario con qualche sentore disturbante. Gusto, per me superiore all’olfatto.
92/100
FIORANO Rosso, 2012
Rosso rubino meno evoluto del 2013.
Aromi di pelle di conceria in fine lavorazione, olio a tempera, menta, eucalipto, cassis, lemongrassa, pepe nero e noce moscata.
Al gusto il corpo è medio ma emerge una nota verde di geranio ed i tannini nonostante ciò sono dolci e larghi (6/6 – -).
Vino ben in equilibrio tra alcool e freschezza ma i tannini risentono evidentemente della loro non perfetta maturazione. Lunga è la sua persistenza gustativa.
89/100
FIORANO Rosso, 2003
Rosso rubino scuro.
Bagaglio olfattivo intenso con generose note balsamiche di menta, eucalipto, alloro e rosmarino seguite dalla vernice ad olio, prugna, mora e ciliegia matura, lievi di fungo porcino secco e pelle in fine lavorazione di conceria.
In bocca il corpo è medio, appena sufficiente.
Alcool e freschezza sono in equilibrio tra loro mentre i tannini sono dolci, spessi, abbastanza larghi (5/6 –) inizialmente setosi per poi nel finale bruciare un po’ la gengiva superiore e diventare un po’ allappanti. Lunga persistenza con finale di pelle di conceria.
90/100
FIORANO Rosso, 1994
Rosso granato con lieve bordo aranciato.
Profumi di olio a tempera, pelle lavorata, menta, eucalipto e prugna.
In bocca si sente un corpo medio che tende ad assottigliarsi. Alcool e freschezza sono in equilibrio tra loro, infatti la spalla acida supera la massa alcoolica. I tannini sono stretti (4/6 ++), dolci, ma un po’ asciutti e verdi. Abbastanza lunga è la sua persistenza gustativa.
89/100
FIORANO Rosso, 1987
Robe rosso granato con lievi trame aranciate.
Al naso esprime profumi di alloro, rosmarino, salvia, cassis, lievi di naftalina, ciliegia un po’ candita, per terminare con ricordi di balla di iuta.
Sorso piacevole. Il corpo è medio ed il vino è completamente equilibrato. La massa alcoolica è messa a tacere dalla spalla acida e dal tannino.
Quest’ultimo è dolce, largo (6/6- -) inizialmente setoso per poi asciugare, lievemente, la gengiva superiore.
Lunga è la sua persistenza gustativa.
Vino ancora giovane, per me, in questo momento è migliore al gusto.
E’ un vino che si beve piacevolmente.
94/100
FIORANO Bianco, 2015
(Uvaggio: 50% grechetto, 50% viogner)
Colore giallo oro intenso.
Mix olfattivo fatto di profumi di vaniglia, boisé, menta, eucalipto, uva passa, nespola, fiori bianchi, gesso, pietra focaia, per terminare con lievi carezze di pepe bianco.
Assaggio piacevole, corposo e morbido con note agrumate e di gesso.
Vino ben equilibrato con la spalla acida e la mineralità e sapidità che dominano, senza tentennamenti, la massa alcoolica. Lunga è la sua persistenza gustativa con finale agrumato.
Vino giovane e già ben equilibrato.
90/100
Terminata anche questa degustazione, dopo avere espresso le mie impressioni e scritto le note sui vini mi recavo presso i banchi di assaggio e rimanevo piacevolmente colpito dalla piacevolezza del vino “La Massa” dell’omonima azienda, annata 2015.
Il suo titolare Giampaolo Motta mi diceva che era riuscito a fare un sangiovese in purezza che “borgogneggiava”. A tale affermazione, peraltro vera, mi veniva da sorridere perchè Giampaolo ha sempre odiato il pinot nero e la Borgogna. Ha sempre ragionato come certi produttori di Bordeaux che se sentono nominare la parola Borgogna dicono: cos’é la borgogna?
Il suo vino base “La Massa” annata 2015 è veramente un vino molto piacevole.
Sono poi andato a degustare i vini siciliani prodotti sull’Etna dall’azienda Tenute Bosco. I vini rossi sono prodotti con uve nerello mascalese e nerello cappuccio. La caratteristica di questi vini è che hanno al naso ed al gusto la prugna fresca, appena strizzata, ricca acidità ed una piacevole struttura. Sono poi andato al banco di assaggi dell’azienda austriaca di Wachan Schmelz. L’azienda produce vini con uvaggio Gruner Weltliner e Riesling. Sono vini sapidi e minerali. Se vi leccate le labbra dopo averli degustati sentirete una piacevole sensazione salata. Al gusto dominano note agrumate. Sono grandi vini, specialmente i Gruner Weltliner vini che in Italia sono poco conosciuti, sono vini longevi e di estrema piacevolezza. Questa azienda fa veramente degli ottimi vini.
Terminati questi fugaci, ma piacevoli assaggi, dopo avere salutato Daniele e Fabio Balan ci allontanavamo per far ritorno a Firenze con il rimpianto di non essere potuti rimanere per la cena di gala a causa dei miei impegni del giorno dopo. Ci siamo consolati però andando a cena a Firenze al Ristorante Harry’s Bar per accompagnare dei piatti di pesce con dell’ottimo “Champagne Harry’s Bar”.