Il Boroli Wine Forum è stato ideato e creato da Silvano ed Achille Boroli. Si tratta di un evento che dura un solo giorno e che si svolge ad Alba presso la Locanda del Pilone
Durante questo Forum vengono affrontati ogni anno argomenti diversi, attraverso un dibattito tra produttori, associazioni e stampa sia nazionale che internazionale.
Il Boroli Wine Forum nasce nel 2009 ed ogni anno vengono invitati personaggi sia nazionali che internazionali del mondo del vino.
Lo scopo di questa manifestazione è stato quello di favorire lo scambio di opinioni tra addetti ai lavori e critica internazionale. Silvano e Achille Boroli hanno sentito la necessità di cercare di far conoscere il mondo del vino, la sua origine e la sua cultura, attraverso i produttori ed i vari territori, come patrimonio della nostra Italia.
I francesi hanno incominciato prima di noi, infatti da molto tempo sono riusciti a valorizzare i propri vini, i luoghi di produzione del vino e la propria storia. L’Italia è un grande paese, ricco di patrimoni culturali, enogastronomici e non solo.
Tutto il mondo ci invidia perché gli italiani sono dei geni in tantissimi settori. Al contrario dei francesi, che sono dei maestri nel sapersi vendere, gli italiani hanno incominciato a capire, meglio tardi che mai, che hanno patrimoni importanti, invidiati da tutto il mondo, che è necessario ed opportuno valorizzare e fare conoscere.
Tornando ai nostri vini, il Piemonte ci insegna che se si sanno valorizzare e pubblicizzare, con competenza, i propri patrimoni, come sanno fare i francesi, si riesce, come ora ci stiamo riuscendo noi, ad avere l’interesse degli appassionati di vino di tutto il mondo.
Tornando a parlare del Boroli Wine Forum, a questa edizione 2015 organizzata, in modo perfetto, che si è svolta il 6 marzo, alla quale io ho partecipato per la prima volta, nonostante fossi stato invitato anche in passato, devo confessare che è stato un piacevole evento dove ho incontrato amici produttori e giornalisti sia nazionali che internazionali.
L’argomento di quest’anno è stato: “il Valore della Comunicazione”.
Il moderatore del dibattito è stato il bravo giornalista Franz Botré che ha aperto il dibattito ed ha introdotto le varie personalità del mondo del vino che hanno parlato di questo argomento.
Devo fare una piacevole premessa e cioè che ad accoglierci, prima dell’inizio del dibattito, che si è svolto nel primo pomeriggio, c’era un buffet accompagnato dallo Champagne Krug Grand Cuvée.
Si tratta dello champagne del mio cuore, è una bollicina magica composta da più di 130 diversi vini e di diverse annate.
Al dibattito hanno partecipato Pio Boffa per l’Azienda Piocesare, azienda storica che produce il Barolo. Questi ha parlato della sua azienda e del suo territorio, facendo capire che la sua comunicazione è lo stappare e bere il suo vino. Chi lo assaggia se ne innamora.
La Signora Margareth Henriquez, più familiarmente conosciuta come Maggie, donna affascinante e piacevole che adesso, dopo un trascorso dirigenziale, in molteplici aziende mondiali, appartiene al comitato esecutivo Moet Hennessy International di cui la Maison Krug fa parte.
E’ fuori dubbio che Krug rappresenti il lusso nel mondo. Lo champagne Krug rappresenta grande qualità ed unicità del prodotto. E’ evidente che la qualità costi e quindi Krug rientra tra i beni di lusso visto che i prezzi vanno di pari passo alla qualità.
L’eccellenza non ha prezzo. Dall’annata 1995 la Maison Krug produce uno champagne 100% Pinot Noir che è il Clos d’Ambonnay, simbolo del super lusso, dato che una bottiglia al ristorante può arrivare a costare 3.000,00 – 5.000,00 euro. Il totale delle bottiglie prodotte è di circa 3000, per anno, su una superficie vitata inferiore ad 1 ettaro.
Presente al dibattito c’era anche il Dott. Giovanni Geddes da Filicaja, amministratore delegato dell’Azienda Ornellaia di Bolgheri, che ha parlato di “Ornellaia vendemmia d’artista”. Con l’annata 2006 Ornellaia ha ideato e concretizzato un progetto d’arte chiamato Vendemmia d’Artista. Ogni anno un artista di fama internazionale viene incaricato di realizzare un’opera d’arte e come dice Giovanni Geddes: “che catturi l’essenza del vino, l’individualità dell’annata e la sua specifica personalità”.
L’artista selezionato dall’azienda deve creare un’opera che rispecchi le linea guida dettate dal “carattere” di Ornellaia, nell’annata in corso.
Una selezione di queste bottiglie esclusive pensate, create e firmate dall’artista vengono, ogni anno, messe in asta da Sotheby’s e parte del ricavato viene devoluto, dall’azienda, in beneficienza.
Devo dire che Giovanni Geddes, stratega commerciale di capacità indiscusse, è riuscito con il vino Masseto a vendere, en primeur il 60% della produzione a certi negozianti di Bordeaux. Solo lui poteva riuscire in un’impresa così importante e difficile.
Altra persona che ha parlato è stato il Signor Larry Turley dell’azienda Californiana Turley Wine Cellars. Questi ha detto semplicemente, facendo un escursus della sua azienda delle sue 50 vigne sparse nella California e del vitigno Zinfandel che caratterizza i suoi vini, che il mezzo di comunicazione più eloquente ed efficace è il vino stesso.
Roberto Voerzio, importante produttore piemontese, di La Mozza, ha parlato della propria azienda e cioè dei terreni, dei vini prodotti che variano dalle 40.000 alle 60.000 bottiglie per anno, facendo capire di non fare niente per la comunicazione. La comunicazione si svolge automaticamente con l’assaggio dei vini prodotti.
Roberto Voerzio sintetizza così il suo pensiero: “siamo riusciti ad entrare nel cuore di molti appassionati dei più grandi vini rossi del mondo”.
Pensando a lui mi viene a mente la pubblicità di un profumo maschile sintetizzata: “l’uomo che non ha necessità di chiedere mai”. Le donne gli cadono ai piedi numericamente come i moscerini durante la vendemmia.
Interessante è stato anche l’intervento del Dott. Enrico Viglierchio, direttore generale dell’azienda Montalcinese Castello di Banfi, la cui proprietà è della famiglia italo – americana Mariani. Enrico Viglierchio sostiene, giustamente che il web e le moderne tecnologie di comunicazione siano uno strumento essenziale per la divulgazione del vino. Le persone si informano su internet ed a suo avviso il 90% dei consumatori si fida delle recensioni online, alla stregua delle opinioni di amici fidati.
Tramite internet il consumatore appassionato vola da Montalcino a Epernay alla California in pochi secondi.
Dopo alcuni interventi del pubblico il dibattito terminava con soddisfazione dei partecipanti e con il desiderio di partecipare il prossimo anno ad un nuovo interessante dibattito.