Dall’8 all’11 novembre 2012 si è svolta presso lo stupendo Hotel Villa D’Este, in Italia, a Cernobbio, la quarta edizione del World Wine Symposium, amichevolmente chiamata dal suo ideatore François Mauss “La Davos du Vin”. Si tratta di una manifestazione di alto livello che coinvolge partecipanti di tutto il mondo.
Si sono tenuti molti seminari, conferenze, degustazioni con molti produttori che si sono alternati nell’arco dei giorni. Ho potuto incontrare amici produttori toscani e più in generale dell’Italia, francesi e di varie altre parti del mondo. Ho incontrato Aubert De Villaine proprietario del Domaine Romanée Conti. Ho conosciuto una piacevole persona, il proprietario dell’azienda Libanese Château Musar, Signor Serge Hochar. Con lui ho bevuto più volte il suo stupendo vino bianco, annata 1991, che si può bere sia come aperitivo che a tutto pasto, con i più svariati cibi. Vino incredibile come il suo produttore. Ho incontrato vari amici e colleghi del Grand Jury Européen, appassionati di vino come me.
E’ stato presente alla manifestazione Antonio Galloni degustatore di Robert Parker, per l’Italia. Antonio Galloni è una persona piacevole mossa dalla passione di degustare i vini.
Sinceramente ho riscontrato in lui un cambiamento nei giudizi sui vini rispetto al primo anno della sua attività per Robert Parker. Il primo anno trovavo diverse condivisioni di giudizi sui vini da lui degustati, mentre ora ne trovo veramente pochi. Il gusto di Parker, anche per un grande appassionato dei vini Piemontesi come Antonio Galloni è stato un po’ coinvolgente. Ad un seminario ho fatto una domanda precisa ad Antonio Galloni e cioè gli ho chiesto come sia possibile che se una persona che apprezzi la finezza del vino amando il nebbiolo ed il sangiovese, contemporaneamente possa valutare molto positivamente i vini sovrammaturi cioè marmellatosi e molto legnosi, gusto Parker. Ho chiesto, inoltre, ad Antonio Galloni se per lui l’equilibrio gustativo avesse importanza. A queste due domande non ho avuto risposta. Ma a parte tutto questo sono consapevole che l’opinione di un giornalista del gruppo di Parker abbia molta importanza sotto un profilo commerciale. Purtroppo questa è la realtà! Basta, per certi personaggi, scrivere positivamente di un vino, che lo meriti oppure no, perchè subito le vendite di quello stesso vino si impennino al rialzo. Ma a parte queste tristezze, perché per me che sono solo un grande appassionato di vino sono tali, non immaginavo che Antonio Galloni fosse una persona così piacevole ed alla mano. Ho notato che Antonio Galloni non parla molto, ma che ascolta molto, è una persona molto riservata con molta esperienza di degustatore. Ovviamente ho notato, e ciò mi faceva sorridere, che molti produttori di vino facevano la corte ad Antonio Galloni e se ciò lo notavo bene io, figuriamoci lui.
E’ evidente che una persona non conta per quello che è ma conta per l’influenza commerciale che ha. Tutto questo, lasciatemelo pensare è veramente triste.
Tornando ai seminari questi hanno trattato argomenti vari, dalla medicina, alla globalizzazione (che brutta parola) del vino, al mercato del vino in Russia, ai controlli di temperatura del vino durante il trasporto da un continente all’altro. Gli argomenti sono stati veramente molti ed interessanti.
Non nascondo che, per me, i momenti più attesi di questa manifestazione sono stati i momenti delle tre degustazioni di vino. La prima è stata la verticale di Masseto annate 1995, 1998, 2001, 2002, 2006, 2007, 2008 e 2009, tenuta dall’A.D. dell’azienda Giovanni Gheddes, insieme all’enologo Haxel Heinz ed al direttore generale Leonardo Raspini.
Ho fatto più volte la verticale di Masseto con tutte le annate ma mi mancava la verticale con le ultime annate prodotte. Ricordavo molto bene che la migliore annata prodotta fosse stata il 1998 avendo, in passato, fatto una verticale parallela di Masseto e di Petrus con le stesse annate e ricordavo che il Masseto ’98 fosse molto vicino al Petrus ’98 che era strepitoso. Di rilievo sono anche le annate 2001 e 2004, in particolare, ma la migliore annata per me rimane il 1998. La seconda verticale è stata quella tenuta dall’amico Pierre Lurton, direttore generale ed enologo, dello Château d’Yquem. I vini degustati sono state le annate 2005, 2001, 1990, 1988, 1982, 1970, 1967 e 1959. E’ stato degustato anche il vino bianco secco Y annata 2009. E’ stata una bellissima esperienza, ricca di emozioni e di piacevolezza. Il terzo seminario è stato quello tenuto da Aubert De Villaine con il suo Domaine Romanée Conti.
I vini degustati sono stati il Richebourg ed il Grands Échézeaux, si è trattato di due mini verticali con le annate, per entrambi i vini, 2009, 1999, 1979 e la mitica 1966. Alla fin ci veniva offerto, in degustazione, un vino bianco del Domaine che è stato il Batard – Montrachet del quale vengono prodotte annualmente poche centinaia di bottiglie. Bottiglie che non sono in vendita ma che vengono offerte ad ospiti in visita al Domaine, per degustazioni e per il fabbisogno familiare di Aubert De Villaine.
Prima della degustazione sono andato da Aubert De Villaine al quale, da qualche tempo, invio la copia della rivista per la quale scrivo contenente i miei articoli tradotti in francese e puntualmente Aubert De Villaine mi invia una lettera di ringraziamento e di apprezzamenti sul mio modo di scrivere.
Non potete immaginare cosa significhi ricevere una lettera su carta intestata del Domaine Romanée Conti, che emozione!.
Tornando al seminario quando mi sono presentato davanti a Aubert De Villaine e gli ho ricordato chi fossi, il Signor Aubert mi ha fatto un bel sorriso e mi ha ringraziato di nuovo per i miei piacevoli articoli. Durante la verticale, come mia abitudine, mi sono completamente isolato, vedevo davanti a me solo il vino che dovevo degustare, non curante delle persone presenti in sala per l’evento.
Alla fine della degustazione vari degustatori sono stati interpellati da François Mauss ed ognuno ha espresso la propria opinione generale sui vini. Io fremevo perché volevo parlare, volevo comunicare ad Aubert De Villaine le mie sensazioni le mie osservazioni sui vini e le mie note di valutazione. Dopo numerosi alzate di mano rivolte a François Mauss per avere la parola, rimaste senza considerazione, riuscivo finalmente ad avere la parola. Che piacere potere parlare e dire il mio pensiero sui vini attraverso le mie analisi olfattive e gustative. Vedevo Aubert De Villaine che mi guardava compiaciuto e più percepivo questo e più ero spronato a parlare. Alla fine del mio intervento rimanevo molto appagato perché ero riuscito ad esprimere le mie gioie ed il mio piacere attraverso le mie note di degustazione. Alla fine della degustazione andavo da Aubert De Villaine per dirgli ancora qualcosa sui vini e vedevo che mi ascoltava compiaciuto e sorridente sicuramente sorpreso nel vedere in me così tanto entusiasmo. Alla fine salutavo Aubert De Villaine ringraziandolo e lui, sempre sorridente, mi guardava e mi diceva: “sono io a ringraziarla maestro”. Questa frase mi lasciava attonito, sbalordito ed orgoglioso per avere ricevuto un complimento così importante da una persona di questo eccelso livello.
Questa manifestazione è importante anche per altri motivi. Dovete sapere che quando andiamo a pranzo ed a cena possiamo bere i vini che abbiamo portato da casa. Si tratta di avere la fortuna di capitare al tavolo giusto con amici generosi che vogliono rendere partecipi i loro amici nel bere vini quasi introvabili.
Tra i tanti vini che ho bevuto vi posso descrivere con piacere lo Château d’Yquem, annata 1933 ed il porto Quinta do Noval annata 1880, per poi passare alle note di degustazione delle citate tre verticali.
Per quanto riguarda la larghezza del tannino è importante che faccia le precisazioni che seguono affinché possa essere compresa. Io sento il tannino del vino sulla gengiva superiore.
La totale larghezza del tannino è 6/6, cioè tutta la larghezza della gengiva superiore. Ovviamente se il tannino è meno largo potrà essere per esempio 5/6 e così via. La larghezza del tannino è importante quando la qualità dello stesso è di buono o alto livello. Più il tannino è largo più il vino è degno di attenzione, ma il tannino come ho precisato deve essere in ogni caso di buona qualità.
Le note di degustazione integrali possono essere consultate previa registrazione e successivo abbonamento
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CHÂTEAU D’YQUEM, Sauternes, annata 1933
Veste un giallo ambra chiaro, con riflessi ramati.
Al naso ha note avvolgenti di zafferano, intense, di miele e di buccia di arancia muffita. Il percorso olfattivo prosegue con profumi di duro di menta (bastoncino di zucchero e menta), pepe bianco, burro fuso, mattonella di marmellata, eucalipto, camomilla, intensi, per terminare con carezze di caramello. Al gusto presenta una piacevole sapidità. Il vino è abbastanza equilibrato con alcool e freschezza che si alternano alla guida dell’equilibrio gustativo.
Il corpo è un po’ inferiore alla media.
Lunga è la sua persistenza aromatica intensa con finale di caramello scuro.
Nell’insieme il vino è piacevole, si percepisce una sensazione di bruciore sulla gengiva superiore che conferma la presenza di un alcool che talvolta supera la freschezza.
89/100
QUINTA DO NOVAL, Porto, annata 1880
Veste un netto giallo ambrato.
Ampiezza aromatica affascinante con profumi di dattero secco, menta, mandorla, zabaione, lieve sensazione alcoolica, caffè freddo, foglia di pesca, menta, pepe nero, miele, fico secco, cioccolata, per terminare con soffi intensi di fieno secco, prugna secca e clorofilla.
Al gusto è sorprendente, piacevole, pieno, morbido, sapido, dolce, con sapori intensi di dattero secco e liquirizia. Vino ben equilibrato con la spalla acida che supera, senza tentennamenti, la massa alcoolica. Lunghissima è la sua persistenza aromatica intensa con finale vario e ricco in cui dominano la liquirizia, lo zabaione il dattero secco ed il fico secco.
Nelle mie note ho scritto: “bocca piena”.
All’olfatto avevo percepito una lieve pungenza di alcool che non ha trovato riscontro al gusto. Vino entusiasmante che mi ha fatto ricordare un altro vino di pari importanza, bevuto un anno fa, era il Marsala Florio annata 1840. Non posso non riconoscere a questo stupendo vino Porto il massimo del punteggio. Si tratta, è bene ricordarlo di un vino di 132 anni fa.
100/100
TENUTA DELL’ORNELLAIA, Masseto, annata 2009
(Uvaggio: 100% Merlot) gr. 15%
Colore rosso rubino intenso.
Al naso esplode la prugna fresca seguita dalla ciliegia, menta, eucalipto, pepe nero, noce moscata, guscio della mandorla, cuoio anticato, liquirizia, chiodi di garofano. Il percorso olfattivo prosegue con note erbacee, lieve alcool, boisé, in particolare la buccia di arancia muffita (tipica del buon legno nuovo) floreale, in particolare la rosa rossa, caucciù, per terminare con toni intensi di cioccolata.
Al palato inizialmente il vino è equilibrato per poi diventare un po’ altalenante cioè il comando gustativo appartiene alla freschezza e poi lievemente va alla massa alcoolica e viceversa.
L’approccio gustativo regala piacevoli sapori di cioccolata, di tartufo nero, di prugna e di boisè. Il tannino è dolce, abbastanza largo (5/6- -) inizialmente setoso, nel finale si asciuga un po’ la gengiva superiore.
Il corpo è lievemente inferiore alla media. Lunga è la sua persistenza aromatica intensa. Vino nel suo insieme piacevole che ha bisogno di un po’ di sosta in bottiglia per ottimizzare di più il suo equilibrio gustativo.
La struttura rimarrà quella che è.
90/100
TENUTA DELL’ORNELLAIA, Masseto, annata 2008
(Uvaggio: 100% Merlot) gr. 15,5%
Si presenta con un rosso rubino intenso con trame porpora.
Olfatto intenso e ricco con profumi di menta, eucalipto, pepe nero, noce moscata, colla coccoina (latte di cocco e mandorla), cioccolata. L’esame olfattivo prosegue con note di ciliegia, caucciù, pelle in lavorazione, alloro, caramella mou al latte, per terminare con note minerali di grafite.
Al gusto presenta una struttura media ed un piacevole sapore di prugna fresca.
Vino equilibrato con ricca freschezza che domina la massa alcoolica.
Il tannino è dolce, spesso, abbastanza largo (5/6) inizialmente vellutato per finire un pochino asciutto nel finale.
Sensazione di pepe sulla lingua nel finale. Lunga è la sua persistenza aromatica intensa. Il 2009 ha un po’ meno struttura ed un tannino più fine e setoso mentre quello del 2008 è vellutato e più di spessore. Anche se ho dato la stessa valutazione sia al 2009 che al 2008, nell’insieme ho preferito il 2008.
90/100
TENUTA DELL’ORNELLAIA, Masseto, annata 2007
(Uvaggio: 100% Merlot) gr. 15%
Risplende un bel rosso rubino con bordo lievemente porpora.
Olfatto vario caratterizzato da note di prugna, colla coccoina (latte di cocco e mandorla), menta, eucalipto, ciliegia, grafite, intense, tartufo nero, cuoio anticato, pepe nero, vegetale, lievi, iuta, per terminare con dei soffi di inchiostro.
Al gusto domina il sapore intenso di cioccolata seguito dalla ciliegia e dal tartufo nero.
Vino equilibrato con corpo medio.
La massa alcoolica è in sottotono rispetto alla freschezza grazie anche ad un tannino dolce, setoso ed abbastanza largo (5/6 -). Lunga è la sua persistenza aromatica intensa con finale di tabacco dolce da pipa alla frutta secca (ciliegia e prugna). Il tannino è meno spesso di quello del 2008. Ho avuto nel finale una lieve sensazione di amarognolo che potrebbe essere collegato alla lieve sensazione vegetale sentita all’olfatto.
89/100
TENUTA DELL’ORNELLAIA, Masseto, annata 2006
(Uvaggio: 100% Merlot) gr. 15%
Colore rosso rubino intenso con bordo lievemente porpora.
Olfatto inizialmente un po’ timido, con il passare del tempo si apre e dona profumi di pelle in lavorazione, colla coccoina (latte di cocco e mandorla), ciliegia, menta, eucalipto, olio di lino, camomilla, lievi, pepe nero, alcool, lievi, cioccolata, vegetale, lievi, per terminare con il duro di menta (bastoncino duro di zucchero e menta).
Al gusto è fruttato con prugna e ciliegia seguiti dalla cioccolata.
Vino potente, pieno ma non perfettamente equilibrato con massa alcoolica che cerca e talvolta ottiene il comando alla guida dell’equilibrio gustativo. Il tannino è dolce, vellutato largo (6/6 – -) con finale un po’ asciutto e bruciante sulla gengiva superiore.
Lunga è la sua persistenza aromatica intensa con finale di cioccolata.
Annata difficile a Bolgheri dove la massa alcoolica è stata molto presente a causa di una estate secca e piena di precipitazioni.
89/100
TENUTA DELL’ORNELLAIA, Masseto, annata 2002
(Uvaggio: 100% Merlot) gr. 14,5%
Rosso rubino diffuso.
L’incontro olfattivo è caratterizzato da sentori di prugna, grafite, intensi, pelle, colla coccoina (latte di cocco e mandorla), pepe nero, noce moscata e chiodi di garofano intensi, gibier (cesto di selvaggina), lievi, vegetali, lievi, per terminare con importante profumo di caffè.
Al gusto è equilibrato, ma non ha tanta struttura. Il tannino è dolce setoso, fine, non di spessore ed abbastanza largo (5/6 – -). Abbastanza lunga è la sua persistenza aromatica intensa con finale di violetta.
Annata molto difficile con pioggie eccessive, nonostante ciò il vino è equilibrato ma non ha tanta struttura e persistenza.
L’uso del legno in quest’annata è stato importante ed il naso lo testimonia.
88/100
TENUTA DELL’ORNELLAIA, Masseto, annata 2001
(Uvaggio: 100% Merlot) gr. 15%
Veste rosso rubino molto intenso.
Approccio olfattivo interessante con profumi di tartufo nero, ciliegia, prugna, cioccolata, menta, eucalipto, caucciù, per terminare con carezze di caffè.
Al gusto l’asse acido – alcool – tannino è in perfetto equilibrio. Corpo medio, tannino dolce, setoso e largo (6/6 – -).
La freschezza domina magistralmente la massa alcoolica. Lunga è la sua persistenza aromatica intensa con finale di cioccolata e ciliegia.
Bella annata sia per il Masseto che per l’Ornellaia. Il Masseto è elegante e ben equilibrato.
94/100
TENUTA DELL’ORNELLAIA, Masseto, annata 1998
(Uvaggio: 100% Merlot) gr. 14,5%
Profilo cromatico con rosso granato, con riflessi rubino.
Olfatto carismatico con profumi di terra, radice di rabarbaro, cioccolata, ciliegia, tartufo nero, intensi, iuta, torrefazione del caffè, colla coccoina (latte di cocco e mandorla), pepe nero, lievi, prugna, camomilla, grafite, alloro, rosmarino, salvia, per terminare con soffi di caramella dura alla fragolina di bosco.
Al gusto è perfettamente equilibrato con spalla acida che domina, senza esitazioni, la massa alcoolica. Il tannino è dolce, setoso, largo (6/6 -).
Lunga è la sua persistenza aromatica intensa con finale di grafite, ciliegia e cioccolata.
Sono anni che per me il Masseto 1998 rappresenta il fiore all’occhiello dell’azienda, la migliore annata prodotta. Altre annate importanti sono state il 2001 ed il 2004, anche se non sono allo stesso livello del primo.
97/100
TENUTA DELL’ORNELLAIA, Masseto, annata 1995
(Uvaggio: 100% Merlot) gr. 13,5%
Robe rosso granato.
All’esame olfattivo emerge prepotentemente la piacevole nota di inchiostro, seguita da una nota di pelle di conceria.
L’esame olfattivo prosegue con profumi di menta, iuta, pepe nero, anice, per terminare con profumi di fiori appassiti.
Al gusto si sentono la confettura di ciliegia e cioccolata. Vino equilibrato con corpo medio. La spalla acida domina la massa alcoolica grazie anche al tannino che è dolce, setoso e largo quasi completamente (6/6 – -).
Lunga è la sua persistenza aromatica intensa con finale di confettura di ciliegia e tabacco da pipa dolce alla ciliegia secca.
Vino un po’ penalizzato all’olfatto per la non completa franchezza dei profumi. Vino con gusto superiore all’olfatto.
89/100
Passiamo ora alla verticale dello Châteaux d’Yquem
CHÂTEAU D’YQUEM, Sauternes, annata 2005
(Uvaggio: 80% Semillon e 20% Sauvignon)
Colore giallo oro chiaro.
Scrigno di profumi che si innalzano verso l’olfatto inebriandolo di zafferano, miele, camomilla, menta, pepe bianco, grafite, albicocca secca, un po’ verdognola, (non completamente secca), amido di cotone, caramello, lievi, cuoio fresco, molto intensi che ricordano i capperi e l’acciuga, per terminare con la confettura di arancia amara.
Al gusto è burroso, cremoso con sapori di miele, caramello e albicocca secca.
Sapido e minerale, ben equilibrato con spalla acida che supera senza titubanza la massa alcoolica.
Al gusto è dosatamente dolce, fine e piacevole. Lunga è la sua persistenza aromatica intensa con finale di caramello scuro. Lo zafferano si sente all’olfatto e non al gusto perché il caramello ha il sopravvento.
Vino grandioso, per me superiore al mitico 2001. Se avesse avuto un po’ più di acidità avrebbe raggiunto la perfezione.
98/100
CHÂTEAU D’YQUEM, Sauternes, annata 2001
(Uvaggio: 80% Semillon e 20% Sauvignon)
Si mostra con un bel giallo oro.
Olfatto caratterizzato da una importante nota di zafferano seguita dal miele, cuoio fresco, menta, caramello, albicocca secca, per terminare con carezze di pepe bianco.
Al gusto è dolce, sapido con sapori di miele. Vino ben equilibrato con spalla acida aiutata dalla sapidità che domina la massa alcoolica.
Vino burroso, cremoso in dosi superiori al 2005. Si sentono lo zafferano il caramello bruciato ed il dattero secco.
Lunga è la sua persistenza aromatica intensa con finale di dattero secco e zafferano.
Il vino di questa bottiglia aveva l’olfatto un po’ pigro, reticente.
Confesso che ho preferito il 2005 al già ottimo 2001.
96/100
CHÂTEAU D’YQUEM, Sauternes, annata 1990
(Uvaggio: 80% Semillon e 20% Sauvignon)
Offre un giallo ambra chiaro.
Il naso è evoluto e ricco con profumi di banana matura, caffè freddo, iuta, menta, pepe bianco, boisè, giuggiola matura, camomilla, intensi, miele, albicocca secca, viks vaporub, eucalipto, per terminare con soffi di cuoio fresco.
Al gusto è cremoso sapido con sentori di zabaione e di confettura di arancia amara. Vino ben equilibrato con massa alcoolica in sottotono, rispetto alla freschezza ed alla sapidità. Lunga è la sua persistenza aromatica intesa con finale di caramello bruciato che va a mitigare la sua dolcezza.
Questo 1990 è meno burroso del 2005 e del 2001.
Ricordo che il 1990 insieme al 1988 ed al 1989 sono state tre annate importanti per i sauternes e questo 1990 ne è la conferma.
96/100
CHÂTEAU D’YQUEM, Sauternes, annata 1998
(Uvaggio: 80% Semillon e 20% Sauvignon)
Colore giallo ambra con lievi riflessi ramati.
L’impianto olfattivo evidenzia profumi di albicocca secca, iuta, pepe bianco, miele, menta, dattero secco, zafferano, lievi, guscio duro della mandorla, per terminare con sentori di appretto (amido spray per stirare).
Al gusto è cremoso, meno del 1990, ma molto più dolce, apparentemente stucchevole con sapori di miele intensi, albicocca secca. Vino ben equilibrato grazie anche alla sapidità.
Lunga è la sua persistenza aromatica intensa con finale di caramello bruciato e confettura di arancia amara che vanno ad equilibrare la dolcezza apparentemente stucchevole iniziale.
Il 1988 ha un po’ meno struttura del 1990.
94/100
CHÂTEAU D’YQUEM, Sauternes, annata 1982
(Uvaggio: 80% Semillon e 20% Sauvignon)
Veste giallo ambrato con riflessi ramati.
All’olfatto è inizialmente un po’ pigro, lentamente emergono profumi di miele, albicocca secca, menta, pepe bianco, lievi, confettura di arancia amara, buccia di limone e buccia di arancia.
Al gusto è dolce con miele, caramello bruciato e la confettura di arancia amara.
Vino sapido con buon equilibrio gustativo, la spalla acida e la sapidità superano, senza esitazioni, la massa alcoolica.
Lunga è la sua persistenza aromatica intensa con finale di burro fuso.
Vino con meno struttura rispetto ai vini della verticale degustati fino a qui.
92/100
CHÂTEAU D’YQUEM, Sauternes, annata 1970
(Uvaggio: 80% Semillon e 20% Sauvignon)
Veste giallo ambrato con riflessi ramati.
Approccio olfattivo con dosati profumi di miele, albicocca secca,menta, guscio di mandorla, camomilla, confettura di arancia amara, miele, per terminare con il caramello.
Corpo lievemente inferiore alla media. Vino ben equilibrato con dosata sapidità.
Lunghissima è la sua persistenza aromatica intensa con finale di zafferano con a seguire il caramello. Nel finale brucia lievemente la gengiva superiore.
Vino piacevole che però difetta un pochino di struttura rispetto ai vini precedenti. Colpisce in positivo la lunghezza della sua persistenza gustativa.
90/100
CHÂTEAU D’YQUEM, Sauternes, annata 1967
(Uvaggio: 80% Semillon e 20% Sauvignon)
Robe giallo ambrato con molti riflessi ramati.
All’esame olfattivo emergono immediatamente note balsamiche intense di eucalipto, seguite dal miele, giuggiola matura, zafferano, pepe bianco, albicocca secca, per finire con il guscio duro della mandorla.
Al gusto è delicato con sapori di zafferano seguiti dall’albicocca secca e dal caramello bruciato, intensi.
Vino equilibrato con sapidità e freschezza in evidenza sulla massa alcoolica.
Corpo medio e lunghissima è la sua persistenza aromatica intensa, con finale di caramello bruciato, eucalipto e confettura di arancia amara.
Nelle mie note ho scritto: pieno e lungo.
Vino interessante e piacevole con un finale gustativo lunghissimo.
97/100
CHÂTEAU D’YQUEM, Sauternes, annata 1959
(Uvaggio: 80% Semillon e 20% Sauvignon)
Giallo ambrato color mattone chiaro, con riflessi ramati.
Approccio olfattivo con profumi di polvere di cacao, burro fuso, miele, albicocca secca, dattero secco, eucalipto, caramella dura di orzo, pepe bianco, per terminare con la confettura di arancia amara.
Al gusto è dolce, cremoso, molto sapido con sapori di miele con a seguire il caramello bruciato che va ad equilibrare il dolce del miele.
Vino ben equilibrato con asse acido – sapido in supremazia sulla massa alcoolica.
Lunga è la sua persistenza aromatica intensa con finale di caramello bruciato. Vino interessante molto dolce e cremoso, dolcezza abbastanza equilibrata dal caramello bruciato.
93/100
CHÂTEAU D’YQUEM, “Y” annata 2009
Giallo paglierino scarico molto simile al bianco dell’acqua.
Naso di foglia di ruta, foglia di pomodoro, menta, biancospino, pepe bianco, vaniglia, agrumi, per terminare con rimandi intensi di grafite.
Al gusto è sapido e minerale. Vino con importante presenza di alcool e freschezza, che sono abbastanza in equilibrio tra loro.
Al gusto è cremoso.
Abbastanza lunga è la sua persistenza aromatica intensa con finale sapido ed agrumato.
Vino piacevole che avrebbe bisogno di un po’ più di spalla acida e di persistenza gustativa.
89/100
Segue ora la doppia mini verticale del Domaine de la Romanée – Conti
DOMAINE DE LA ROMANÉE – CONTI
GRANDS ÉCHÉZEAUX, annata 2009
Veste cromatica di tonalità rubino, con trame porpora e bordo cipolla rosa.
Sentori di cassetto di medicine, menta, eucalipto, radice di rabarbaro, intensi, boisè, lievi, ciliegia, lampone, terra umida, polvere di cacao, prugna, per terminare con toni di caucciù.
Bocca di gran classe con sapori di ciliegia e lampone.
Assaggio piacevole, archetipo di finezza, equilibrato e dotato di corpo medio.
Il tannino è dolce, fine, abbastanza largo (5/6 – -) inizialmente setoso ed abbastanza spesso, nel finale si asciuga un poco. La spalla acida è ben presente e fa intuire una lunga vita. Lunga è la sua persistenza aromatica intensa con finale di prugna.
Il vino è palesemente giovane, dotato di un tannino presente in modo superiore rispetto alla sua tipologia.
93/100
DOMAINE DE LA ROMANÉE – CONTI
RICHEBOURG, annata 2009
Colore rosso rubino, chiaro, trasparente con bordo porpora chiaro.
Il naso evidenzia profumi di affumicato, pepe nero e noce moscata, intensi, chiodi di garofano, pelle, lampone, intensi, prugna, polvere di cacao e caucciù.
Al gusto è ben equilibrato con spalla acida superiore alla massa alcoolica grazie anche alla sapidità ed al tannino, dolce, spesso abbastanza largo (5/6 -) inizialmente setoso per poi nel finale asciugare lievemente la gengiva superiore.
Lunga è la sua persistenza aromatica intensa con finale di prugna e fumè.
Questo vino è meno persistente del precedente. Vino interessante con al naso la nota speziata più presente rispetto al Grands Échézeaux.
91/100
DOMAINE DE LA ROMANÉE – CONTI
GRANDS ÉCHÉZEAUX, annata 1999
Rosso rubino con bordo cipolla rosa.
Caleidoscopio di profumi con in evidenza il caffè freddo, intenso, iuta e paglia, intensi, seguiti dal pepe nero, tartufo nero, noce moscata, lampone maturo, intenso, stoppa bagnata di vino, terra, menta, eucalipto, radice di rabarbaro, olive nera, iodio, prugna e per finire con una magnifica nota floreale di viola. Al gusto mostra un corpo medio ed una nota asprina iniziale. Vino ben equilibrato con spalla acida che domina.
Il tannino è dolce, abbastanza fine ed abbastanza largo (5/6 – -).
Vino dotato di dosata sapidità e mineralità.
Lunga è la sua persistenza aromatica intensa con finale di liquirizia.
Bel vino con naso strepitoso, superiore al gusto.
92/100
DOMAINE DE LA ROMANÉE – CONTI
RICHEBOURG, annata 1999
Veste rosso rubino con trame porpora.
Al naso è un esplosione di tartufo nero, accompagnato da una travolgente oliva nera, seguiti dalla menta, prugna, lampone, terra, radice di rabarbaro, pepe nero, lieve eucalipto, caffè, caucciù, per terminare con la iuta.
Al gusto il vino è equilibrato con la spalla acida che non fa sentire la massa alcoolica grazie anche alla sapidità ed al tannino che è dolce, fine, abbastanza largo (5/6 – -) inizialmente setoso (scivola via come la seta) e nel finale tende ad asciugarsi un poco.
Lunga è la sua persistenza aromatica intensa con finale di prugna.
93/100
DOMAINE DE LA ROMANÉE – CONTI
GRANDS ÉCHÉZEAUX, annata 1979
Rosso granato chiaro con lievi lampi aranciati.
Naso caratterizzato da profumi di caffè freddo, liquirizia, rosa rossa, intensi, menta, lampone, tartufo nero, intensi, per finire con rimandi di oliva nera.
All’esame gustativo evidenzia buona struttura, equilibrio con spalla acida misurata ma in evidenza rispetto alla massa alcoolica. Vino sapido e minerale. Il tannino è dolce, vellutato, abbastanza largo (5/6 – -) e spesso.
Lunghissima è la sua persistenza aromatica intensa con finale di rosa rossa. Questo è il vino con persistenza gustativa più lunga di quella degli atri vini degustati del Domaine, in questa degustazione.
93/100
DOMAINE DE LA ROMANÉE – CONTI
RICHEBOURG, annata 1979
Veste rosso mattone chiaro (più evoluto del vino precedente).
Olfatto caratterizzato da profumi di buccia di arancia muffita (tipica del legno di qualità) buccia di arancia candita, pepe nero, ciliegia, tartufo nero, abbastanza intensi, lampone, per terminare con sussurri di menta.
Vino abbastanza equilibrato con la freschezza piuttosto in evidenza rispetto all’alcool, anche se quest’ultimo talvolta cerca di dominare la spalla acida. Vino sapido con corpo medio, il tannino è dolce, vellutato ed abbastanza largo (5/6 -)
Lunga è la sua persistenza aromatica intensa con finale di buccia di arancia muffita.
Sia al naso che al gusto si sente evidente la nota boisé di buccia di arancia muffita. Normalmente con l’invecchiare questa nota si attenua, ma trattandosi di un vino di 33 anni questa nota rimarrà.
90/100
DOMAINE DE LA ROMANÉE – CONTI
GRANDS ÉCHÉZEAUX, annata 1966
Rosso mattone chiaro.
Naso affascinante con profumi di caffè freddo, iuta, pepe nero, menta, tartufo nero, rosa rossa, lampone, terra umida, intensi, oliva nera, lievi, per terminare con la ruggine.
Al gusto si sente in modo intenso il tartufo nero. E’ lievemente asprino, ricorda il gambo del ciclamino spezzato. Il vino è sapido e minerale e ben equilibrato con massa alcoolica in sottotono rispetto alla spalla acida.
Il tannino è dolce, setoso ed abbastanza largo (5/6 +). Il corpo è lievemente inferiore alla media. Lunga è la sua persistenza aromatica intensa con finale lievemente acido, con sapore di terra umida.
92/100
DOMAINE DE LA ROMANÉE – CONTI
RICHEBOURG, annata 1966
Robe rosso mattone chiaro.
Bagaglio olfattivo piacevole con profumi di liquirizia, lampone, intensi, appretto (amido spray per stirare) pepe nero, menta, terra umida, violetta, radice di rabarbaro, lievi, per terminare con soffi di iuta.
Al gusto è sapido e minerale con sapori di tartufo nero e prugna.
Vino equilibrato con spalla acida sempre ben presente. Il tannino è dolce, largo (5/6 + +), inizialmente vellutato per poi nel finale asciugarsi un po’.
Lunga è la sua persistenza aromatica intensa con finale di iuta.
Questo è il vino con il tannino più largo rispetto a tutti quegli altri vini del Domaine de la Romanée Conti degustati in questa doppia mini verticale.
93/100
DOMAINE DE LA ROMANÉE – CONTI
BATARD – MONTRACHET, annata 2007
Offre un chiarore luminoso nella trama cromatica, è giallo paglierino intenso con riflessi oro.
L’esordio olfattivo è di quelli che non si dimenticano profumo intensissimo di pop corn appena fatti, pietra focaia, ananas, intensi, agrumi, salsedine, iodio, pepe bianco, vaniglia per terminare con soffi di menta. L’approccio gustativo è folgorante come quello olfattivo, il vino è abbondantemente sapido e minerale, cremoso, con sapori di ananas e pietra focaia. Vino perfettamente equilibrato grazie alla spalla acida, alla sapidità ed alla mineralità che dominano, senza titubanza, la massa alcoolica.
Lunga è la sua persistenza aromatica intensa con finale di pietra focaia.
Questo vino, che non è in commercio, è quello che mi ha emozionato in un modo indescrivibile.
Si tratta di un vino giovane e già ricco di storia ed emozioni, che da i brividi alla pelle.
98/100
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Dalla lettura delle note di degustazione si capisce molto bene quali sono state le emozioni ed i piaceri incontrati durante questi tre giorni di degustazioni. Finita questa manifestazione si attende con impazienza l’anno successivo per tuffarsi nuovamente in questo meraviglioso modo “divino”.