BENVENUTO BRUNELLO 2020

Durante i giorni 21 e 22 febbraio, a Montalcino, si sono svolte, per i giornalisti, le degustazioni del rosso di Montalcino 2018, del Brunello di Montalcino 2015 e delle riserve 2014 o 2013, questa ultima per chi l’ha messo in commercio nel 2020.

Come di consueto sono andato, insieme a Sergio Antonini a Pescina, nel comune di Seggiano, ai piedi del Monte Amiata, dall’amico Roberto Rossi, proprietario del ristorante “Silene”, con una stella Michelin.

Siamo stati sia a dormire che a cena il venerdì ed il sabato. La cucina di Roberto Rossi è particolarmente piacevole. Venerdì mattina siamo andati alla manifestazione a Montalcino ed abbiamo degustato sia i Brunello 2015 che i rossi 2018, seduti ad un tavolo, nel salone dedicato ai giornalisti. Dopo avere degustato tre Brunello 2015 mi sono reso conto di come era stata quell’annata e cosa mi sarei aspettato, in linea di massima, nel degustare i vini successivi.

La 2015 non è stata un’annata facile ed il linea generale ha dato vini con piacevoli e vari profumi ed un buon equilibrio gustativo tra alcool e freschezza, in quanto l’acidità ha coperto la massa alcoolica, non facendo bruciare la parte centrale della lingua. L’unico e non semplice problema di questa annata sono stati i tannini. Questi ultimi hanno avuto il problema dell’asciuttezza. Premesso che io sento i tannini sulla gengiva superiore nel degustare i vini, in generale, ho sentito tannini dolci, inizialmente setosi o vellutati per poi sentire asciugare la gengiva superiore e talvolta farla anche bruciare lievemente. L’asciuttezza significa che i tannini non si sono maturati bene. L’ideale è riuscire a vendemmiare una volta che c’è l’equilibrio gustativo tra alcool e freschezza assieme alla  giusta maturazione del tannino. Può accadere che se si attende la giusta maturazione dei tannini si corre il rischio che il vino abbia un eccesso di alcool e quindi che i vini siano poco equilibrati.

La 2015 mi ha ricordato le annate di Montalcino 2007, 2008 e 2009 nelle quali si è presentato lo stesso problema dei tannini asciutti. Stesso problema si è presentato anche a Bordeaux nelle annate 2011, 2012 e 2013.

Per quanto riguarda l’annata 2018 dei rossi di Montalcino ho sentito, ugualmente, un pò di asciuttezza dei tannini. Staremo a vedere cosa sentiremo con i Brunello 2018.

Sicuramente annate importanti a Montalcino saranno la 2016 e la 2019.

Ritornando ai Brunello di Montalcino 2015 in diversi vini ho sentito profumi di nocciolina tostata, profumo che amo particolarmente e che a quanto mi viene riferito da enologi che stimo ciò significa che si è ottenuto la perfetta maturazione del vinacciolo.

Devo dire che il livello medio dei vini è stato buono e soddisfacente.

A mio avviso non è stata un’annata eccezionale ma una buona annata.

I Brunello di Montalcino da me degustati, che mi sono piaciuti di più sono stati: Salvioni – La Cerbaiola 97/100, Col D’Orcia 95/100, Il Marroneto 94/100, Argiano Vigna del Suolo 94/100, Argiano Riserva 94/100, Ridolfi Donna Rebecca 94/100, Le Chiuse 93/100, Il Poggione 93/100, Poggio di Sotto 93/100, Mastrojanni 93/100, Giodo 93/100, Argiano 93/100, Casanova di Neri 93/100, Casanova di Neri Tenuta Nuova, 93/100, Le Ragnaie 92/100, San Polo 92/100, Tassi di Franci Franca 92/100, Tenute Silvio Nardi 92/100 e Ferrero 91/100.

Dei rossi di Montalcino tra quelli da me assaggiati quello che mi è piaciuto di più è stato il Marroneto 2017, 92+/100, che ho trovato, come solito, nonostante l’annata non felice, con una beva molto piacevole. E’ un vino che più lo bevi e più vorresti bere.

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